13 febbraio: giornata mondiale della radio

Di Olivia Gobetti

Giornata Mondiale della Radio: oggi, per fare radio, basta che qualcuno ti apra un microfono per consentirti di parlare, le cuffie in testa per interagire con il fonico, lo schermo di un computer per leggere info e aggiornamenti on-line. In un passato nemmeno troppo remoto, dovevi gestire la consolle, essere contemporaneamente conduttore, fonico e regista di te stesso, mettere i dischi senza farli ‘smiagolare’, senza lasciare buchi e voragini di tempo tra uno e l’altro, e facendo attenzione a non far partire i 45 giri in modalità 33.
E viceversa. Questo accadeva, e nemmeno tanto di rado… si viveva la radio respirandone con entusiasmo anche la polvere, e quell’odore caratteristico delle copertine dei dischi che venivano scelti (sempre da noi) e che accompagnavano le tante ore che passavamo al microfono. Stavamo imparando non solo un mestiere che ha a che fare con la comunicazione, intesa soprattutto come condivisione di emozioni. Stavamo imparando, senza rendercene conto, l’arte di osare senza filtri, ma anche quella di metterci in gioco in strettissima connessione con noi stessi, per essere poi in grado di farlo con i nostri ascoltatori. Un’ esperienza straordinaria che, negli anni, ci ha aiutati a vivere senza paura del giudizio altrui, e ad accrescere quel rispetto che meritano i sogni che desideriamo realizzare. Anche quelli impossibili. Soprattutto quelli.

*Immagine tratta dal web

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