40 anni senza John Lennon, l’artista diventato leggenda

Mio papà, quando non ero ubbidiente o prendevo un brutto voto, mi puniva togliendomi l’unica cosa che mi piacesse davvero, non le uscite, non lo sport.

Mi puniva togliendomi la radio.

Io dai 5 anni ascoltavo solo i Beatles, giorno e notte, e a 8 anni sapevo tutte le loro canzoni, a memoria.

Questo grazie a un mio zio mitico, Zio Roberto, che mi sentì a 6 anni riprodurre in maniera onomatopeica, le canzoni di ” A hard day night” la mia prima cassetta, e decise di regalarmele tutte. Avevo sempre le cuffie che mia madre mi comprò per disperazione, perché non ne poteva più di sentire quella musica in perenne rotazione.

A 10 anni parlavo inglese british grazie ai Beatles, questo perché avevo un libro preso alla biblioteca comunale coi testi e la traduzione che fotocopiai con religiosa pazienza, e questa cosa mi aiutò a parlare la lingua che mi aprì le porte del mondo.

Io ero gelosa dei Beatles, quando sentivo qualcuno dire che era un appassionato, mi arrabbiavo e pensavo: ” ma che ne sai tu… io amo i Beatles, tu, no”.

A 24 anni andai a vivere a New York, casa sua fu uno dei miei primi obiettivi.

In quel punto del Central Park, dedicato proprio a John Lennon, passai tante ore a meditare e a cercare di mettermi in contatto con quel mito che amavo e che amo, cercando di carpire i messaggi e iniettarmi la forza di portare avanti i miei sogni.

John morì per mano di un pazzo che ha deciso di porre fine alla sua vita ma ha dato inizio alla sua leggenda.

John Lennon era un genio, venuto dal nulla, ma che ha cambiato il mondo, che ha avuto coraggio, follia, determinazione e ha saputo vedere lontano.

Quel’8 dicembre 1980 aveva 40 anni e sono passati 40 anni .

Io li compirò tra qualche mese e mai avrò parole per ringraziarlo.

John, sei sempre più vivo.

Strawberry Fields, Forever