DI MICHELE PIRAS
Lo chiamarono barriera di protezione antifascista, ma ognuno lo conobbe e lo ricorda come il Muro.
E già qui, nel senso comune, era scritta la sconfitta di un sogno, al quale tarparono le ali col filo spinato e nuove forme di oppressione.
Il sogno della liberazione dal bisogno e dallo sfruttamento, il sogno dell’uguaglianza, quando nel 1961 costruirono il Muro di Berlino, si era già rattrappito.
Anche se in tanti continuarono a lottare per un Mondo migliore, a conquistare posizioni, a mobilitarsi per il riscatto delle classi sociali più deboli.
E anche se solo fino a un certo punto si può dire che la caduta di quel Muro ha realmente liberato chi ci viveva dietro e quelli che lo avevano di fronte.
Nessuna nostalgia, cari compagni e compagne.
Perché nessun muro può garantire un futuro migliore, nessun muro è libertà, nessun muro può rappresentare una reale barriera contro il fascismo.
Ecco perché oggi è una data importante, di festa e memoria, per tutti e tutte noi.

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