A.A.A: uomini cercasi

DI MANUELA MINELLI

L’altra sera ero a cena con alcune amiche e, una volta esauriti gli argomenti figli, lavoro, pandemia e attuale situazione politica, come sempre accade, si è arrivate a parlare di uomini.  Non erano commenti a proposito dei loro tradimenti, delle loro carenze o – dio volesse – delle loro performance come amanti, bensì della mancanza di uomini, assenza di maschi, latitanza di esemplari di genere maschile.

Premesso che le mie amiche sono tutte più o meno carine, qualcuna la definirei davvero affascinante, allegre, simpatiche, curate, intelligenti, argute, capaci di sostenere conversazioni brillanti che spaziano tra i più svariati argomenti, diverse giornaliste e scrittrici, attrici, hostess di volo, cantanti, estetiste, una direttrice di vendite, un paio di registe, due coreografe, dirigenti di pubblica amministrazione, due impiegate di banca, un altro paio insegnanti, donne separate, che hanno saputo districarsi tra casa, figli, carriera e genitori anziani da curare, tutte assai spiritose e di età compresa tra i 45 e i 60 anni, ognuna con i suoi difetti per carità, ma insomma nel complesso donne che se non vogliamo definire “fighe”, certamente in gamba, che sanno cucinare cose buonissime e sanno essere autoironiche, frequentano lezioni di yoga o pilates e sanno distinguere un buon vino da uno dozzinale, appena possono fanno passeggiate all’aria aperta, ma amano anche stare in casa con un buon libro o andare a una mostra interessante, tutte nessuna esclusa, si chiede la medesima cosa: “ma gli uomini veri, quelli degni di tale appellativo, davvero si sono estinti come gli pterodattili? O forse sono stati rapiti dagli alieni e trasportati verso mondi a noi sconosciuti?”
Ebbene, ognuna di noi si chiedeva che fine avessero fatto gli uomini, quelli per intenderci, che si interessano all’altro sesso non necessariamente a scopo rimorchio con scopata fugace, ma – che so – anche per intavolare una conversazione che non si limiti al derby, a chi vincerà la prossima Championleague, al racconto dettagliato e circostanziato di quanto possa essere accidentato il percorso per diventare un bravo account manager d’azienda e di come lui ce l’abbia fatta o, peggio assai, di quel terribile giorno in cui ha trovato sua moglie nel talamo nuziale con l’istruttore cubano di zumba. Uomini che hanno voglia di condividere con una donna un cinema, un teatro, un museo, un viaggio, una cena gourmet o un semplice scambio di idee. O che magari abbiano voglia di ascoltare anche i di lei desideri, sogni, aspirazioni. Che se poi, tante volte ci si dovesse ritrovare in una conversazione interessante con tanto di feeling e un accenno di turbamento emozionale, meglio se da ambo le parti, dalla conversazione al letto il passo sarebbe breve e, a questa età, pure senza troppi ostacoli mentali. Insomma uomini che vogliano e che sappiano rimettersi in gioco!
Uomini – si diceva – se non proprio del calibro dei vari Cary Grant, Gary Cooper o di Mister Nespresso che pare siano passati di moda da un pezzo, almeno di quelli che ti aprono lo sportello, o ti spostano la sedia al ristorante per farti accomodare per prima o, quantomeno, che ti versino il vino. Poi ci siamo guardate attorno e abbiamo realizzato che i tavoli del nostro ristorante erano occupati per lo più da comitive di donne e ragazze. Provate anche voi a fare questo esperimento: date un’occhiata ai bistrot, ai wine bar, ai localini shabby chic e ai ristoranti anche cinesi, indiani, o jappo, nell’ora dell’apericena o anche della cena e vi accorgerete che la maggior parte della clientela, oltre che coppiette di giovanissimi, etero e non, sono comitive di femmine, di varia età e non solo teen-agers. Ora, anche se forse è vero quel che si dice e cioè che ci sono sette donne per ogni uomo (e ragazze mie, se così fosse stiamo messe davvero male!) possibile che in giro si trovino solo machi rasati, un bel po’ tamarri, con tatuaggio e mezzo chilo d’oro in bella vista, più simili all’Ivano di “Viaggi di nozze” che all’Edward Lewis di “Pretty Woman”? Ma non è solo questo, è che sembra proprio che gli uomini preferiscano stare tra uomini e le donne tra donne.
“L’altra sera siamo andate a ballare, eravamo tre e le altre due erano proprio uno schianto – Perché tu no? Ho detto alla mia amica che raccontava e che è bionda e bella, solare, fresca e ha la tipica simpatia dei partenopei – Beh ci credi che non ci si è avvicinato nemmeno un uomo, manco avessimo la peste, che poi, per carità, noi ci siamo divertite come pazze, io poi erano anni che non entravo in una discoteca… ma per dire…c’erano piccoli gruppi di maschi, più o meno coetanei, non era certo un locale per ragazzini e noi non eravamo certo lì per rimorchiare, volevamo solo ballare e quello abbiamo fatto, ma capisci che una cosa così una decina di anni fa sarebbe stata inconcepibile!”.
In effetti, abbiamo pensato, che tra “ragazze” ci si diverte sicuramente di più. Non sei nella condizione che devi per forza far colpo o piacere a chi ti sta di fronte, sei te stessa senza condizionamenti, puoi scatenarti in discoteca o piangere senza ritegno per quel bastardo che è fuggito con una che ha l’età di vostra figlia, senza contare che non devi sorbirti l’elenco dei malanni dell’uomo con cui ti è capitata la … fortuna di uscire. Perchè si sa che passata la boa dei cinquanta i discorsi virano verso gli antireumatici e gli ultimi ritrovati in fatto di infiltrazioni per ripristinare l’articolazione delle ginocchia. I più new age vi consiglieranno il loro fantastico agopuntore vietnamita, o la guida spirituale tibetana che li ha salvati dal suicidio o anche di come un cucchiaino di zenzero e mezzo di curcuma in polvere, sciolti in una tazza di thè verde o anche roibos, sia una mano santa per reumatismi e reflusso esofageo.
Durante la nostra cena abbiamo anche convenuto che i maschi a una certa età diventano più ipocondriaci del solito e se a trent’anni facevano a gara per raccontarvi le loro prodezze sul surf o come affrontavano le curve in giro per il mondo sulla loro due ruote, pare che il leit motiv dei cinquanta-sessantenni sia fare colpo sulla malacapitata di turno raccontando nei minimi particolari le loro magagne fisiche. Forse confidando che in ogni donna, anche nella più cazzuta, sotto sotto c’è una crocerossina desiderosa di curare un uomo malato. Ma noi sappiamo anche che arrivate anche noi al giro di boa, dopo fidanzati, figli, cani, mariti, ex mariti, compagni, gatti e anziani genitori, ci siamo anche un bel po’ rotte le palle di fare le crocerossine!
Un’altra amica aveva ragione a dire che coloro che non sono più giovincelli, oltre che bolsi e spesso pelati, diventano terribilmente depressi e amano moltissimo raccontare di quella cattivona della ex consorte che li ha mollati lasciandoli praticamente indigenti e con problemi abitativi. Gli uomini – ci duole dirlo – sono meno avvezzi alla ripresa psicologica e quando magari capisci che il soggetto che hai incontrato merita un incoraggiamento e quindi lo inviti a: teatro/cinema/trekking in comitiva/apertura nuovo ristorante in centro/vernissage di artista da urlo/apericena/scampagnata e lui ti dice che no, che è stanco, che non se la sente di stare tra la gente e che non sarebbe di compagnia, ma tu vai se vuoi, che lui si mette a letto e dorme un po’. Ecco, questo è il panorama.
“Per non parlare di quelli che ti fanno un po’ il filo, ti invitano a mangiare una pizza e poi si accorgono che hanno un problema col bancomat che gli si è smagnetizzato proprio prima del vostro appuntamento, e che siccome dopo la pizza devono tornare al paese dove vivono con l’anziana mamma, ma appunto siccome le disgrazie non vengono mai sole, hanno anche la macchina guasta e se insomma…non è che potreste anticipargli i soldi del treno regionale, che poi tanto ve li restituiscono alla prossima uscita?”
“Non ci credo! Davvero ti è capitato?!?”
“Te lo giuro sui miei figli, poveraccio, mi ha fatto pure pena, ma non ci sarà nessuna prossima uscita”.
“Personalmente ho diversi amici uomini, belli, eleganti, interessanti e divertenti, è sempre un piacere uscire con loro, mi sento coccolata e spesso ci troviamo complici su tante cose e questo accade perché sono gay, che è un gran valore aggiunto secondo me, perché loro sanno essere davvero perfetti con una donna, affettuosi, protettivi, ti fanno stare davvero benissimo”, dice Laura che fa la fotografa e conosce modelli, danzatori e stilisti.
“Forse l’uomo che cerchiamo dovrebbe essere proprio così, dovrebbe avere in sè tutte quelle magnifiche qualità proprie dei gay, ma con la passione per le donne o, meglio, per una sola donna che dovresti essere te”.
O forse, come dice un’altra mia adorata amica di cui non faccio menzione, ma tanto so che lei si riconoscerà benissimo, meglio di no “…che poi ti si piazza sul divano, si appisola e quando si sveglia tutto ciancicato ti chiede…’mbè che si mangia?!?”.
P.S. Sappiamo perfettamente, cari signori uomini, che voi avete il medesimo terrore.

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