A cosa serve la letteratura?

DI MARINA AGOSTINACCHIO

 

Spesso come insegnante, mi sono posta il problema di come far essere dentro l’astratto letterario gli alunni.
“La letteratura è una tecnica di «istruzione dell’immaginazione», che serve non a «comunicare», semplicemente, bensì a far vivere esperienze simulate, per far fronte alle sfide della vita reale, acquisendo così nuovi strumenti.
” (Mario Barenghi)

Essere dentro perché la presentazione di un testo di una vita d’autore non risultassero mere parole prive di contatto. Quale l’utilità? Quali le motivazioni per indurre i ragazzi se non a desiderarla almeno a lasciarsi incuriosire? Quali obiettivi, i benefici? Far vivere esperienze simulate, dice il linguista israeliano Daniel Dor. Quando si è in classe adottare la pratica dell’attraversamento di un testo può accrescere, fare luce sul proprio vissuto.

Per di più condividere l’esperienza letteraria, aiuta a mettersi a confronto, a favorire l’incoraggiamento, a sostenere le proprie e le altrui opinioni, a valorizzare, a non correre il rischio di chiuderci in “fantasticherie individuali”.
“Fare Acquisire competenze”, questo uno dei cardini con cui si imposta il programma annuale del proprio insegnamento. Una competenza è la capacità di risolvere determinate situazioni nella vita reale. Le proposte didattiche dovrebbero proprio mirare a questo.

Cosa me ne faccio di anni di studio se poi non so trasferire il senso del mio apprendimento? Ecco perché è necessario adottare pratiche coinvolgenti di trasmissione dei saperi, o conoscenze, come dir si voglia.
Renderci migliori: più saggi, più vigli, più sensibili, capaci di previsione, muniti di strumenti nell’interpretare l’universo uomo collegato all’universo mondo in cui abitiamo. E’ il mondo che ci circonda, “il mondo umano in primis”. Di conseguenza, saremo meglio inseriti nell’ambiente che ci è proprio: più abili nel capire i nostri simili, le loro azioni e i loro atteggiamenti, così come le dinamiche delle relazioni che a loro ci legano; più pronti a intendere il senso e il peso delle parole, nostre e altrui.

Inoltre, capaci di relazioni, tolleranti, nel senso più ampio del termine capaci di ascolto e comprensione di culture, atteggiamenti. Capaci di comunicare seguendo il discorso dell’altro e soppesando le parole nella comunicazione con l’altro.
Quindi, anche la letteratura, attraverso le opere proposte, aiuta a vivere, “a sopravvivere o a farci vivere meglio, renderci più o meno felici. Certamente bisogna fare buon uso di letteratura, sapere interpretare i testi per non “utilizzarli” in modo negativo.

Sapere cogliere con un’interpretazione critica e onesta i testi letterari, significa anche contribuire a “far crescere” le persone.
E’ indispensabile per un insegnante sapere coinvolgere gli studenti nell’approccio alla letteratura cosicché non di rado capita che questi si sentano talmente partecipi nell’ascolto da immedesimarsi proiettandosi ed identificandosi nei personaggi delle opere presentate anche oltre le intenzioni comunicative reali dell’autore del testo del testo. E perché si compia tale procedimento psicologico, è necessario che gli allievi sappiano interessarsi nelle proposte letterarie, fingere di esserne dentro, sapere di essere coinvolti in interrogativi a cui dare risposte in modo problematico e razionale.

L’insegnante che propone l’opera o il discorso letterario e i personaggi che si configurano nei testi costituiscono quella corporeità concreta cui non si può prescindere perché si attui quel procedimento di coinvolgimento.
Interagire con le coscienze nel proporre testi considerati nel loro puro valore estetico, dall’uso delle parole, la ricchezza lessicale, la pregnanza semantica, la costruzione sintattica, i messaggi sottesi ed espliciti, e nel contesto in cui si muove il testo stesso -storico, sociale, culturale, psicologico, scientifico… le possibili interpretazioni è se pure ha un valore in sé conoscitivo, non riuscirà mai a coinvolgere lo studente se non si sarà superata la barriera di apatia con cui si dispone spesso a raccogliere le parole dell’insegnante di fronte al codice comunicativo su cui si dispone un testo letterario.

Ma come si può far cogliere la concretezza capace di catturare uno studente in un testo?
Prendo l’esempio che ci propone l’autore del saggio letto, soffermandomi su Don Abbondio di fronte ai bravi nell’incontro sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628
“Cedere all’intimazione dei bravi oppure no, l’alternativa che don Abbondio scarta a priori senza comprendere cosa ciò significhi. Eccoci nel regno del particolare concreto”. E’ la circostanza particolare che mette il lettore in contatto con la simulazione letteraria. L’inventio costruttiva del Manzoni riesce a creare un circuito di interesse e coinvolgimento nella vicenda non solo emotivo ma anche stimolante da un punto di vista raziocinante per il fatto che invita a produrre un pensiero costruttivo attraverso l’interrogativo: cedere o non cedere alla richiesta impositiva dei bravi a cosa potrebbe portare, a quali conseguenze.

Due anni fa, in una mia classe terza media, affrontai con i ragazzi la prima guerra mondiale, partendo da alcuni diari ed alcune lettere dal fronte. Si partiva dalla lettura dei testi e ci si sostituiva allo scrivente, corredando di particolari storici documentati i propri scritti. Ebbene, quell’esercizio di lettura, riflessione, sostituzione, auto narrazione mimetica creò l’immedesimazione nei protagonisti reali di quel materiale scritto a loro sottoposto, tanto da riuscire a fare “essere” gli allievi nei tragici eventi storici, a far sì che essi esercitassero con la mente riflessioni e argomentazione critiche e potessero imprimere nella memoria fatti che altrimenti sarebbero rimasti sterili parole nelle pagine del libro di storia.
Credo che l’insegnamento di qualsiasi disciplina dia la possibilità di costruire esperienze sempre nuove e arricchenti con gli allievi.

Il dialogo, l’interscambio di idee, emozioni, saperi, rinnova la visione della realtà filtrata dai testi e, nel caso specifico, letterario.
Ogni volta che si propone un testo è come guardarlo con occhi diversi. Lo spazio fisico-umano in cui si svolge la lezione, il dibattito, gli interrogativi, l’analisi estetica, il contesto entro cui vive il testo, portano a scoprire e riscoprire particolari di un’opera che ci “parla”, lasciando in tutti gli attori che ne usufruiscono, leggendo, ascoltando, discorrendo, qualcosa da portarsi nella vita.

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