A proposito di Gutenberg e del senso della poesia

DI ORNELLA SUCCO

Ha fatto bene, Gutenberg, a inventare
i caratteri mobili. Si pigia
un tasto e già la lettera s’incastra
nella giusta casella.

E lo scrivano infine si riposa
dopo tremila anni. Ma s’inceppa
a volte il meccanismo, e ci sghignazza
in faccia quel nonsenso.
(Maria Luisa Spaziani
da “Poesie dalla mano sinistra”, Mondadori, 2022)

Chissà cosa penserebbe oggi la Spaziani dei buffi errori causati dal correttore automatico quando scriviamo con un dispositivo elettronico.

Però è ovvio che i suoi versi prendono a mero pretesto l’ “errore di stampa” per condurci a riflettere invece sull’insidia del fare della scrittura un mestiere e, dunque, sul senso stesso della poesia.

Immagine tratta dal web

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