A un passo dal disastro

DI FABIO BORLENGHI

 

Guardate bene la foto allegata, in un domani non lontano potrebbe essere il ricordo di un ambiente che non c’è più.
Il governo degli acronimi e della montagna di soldi in arrivo dall’Europa, gran parte a debito sulle spalle di chi legge…, ha appena varato il cosiddetto PNRR nel quale ben 59,33 miliardi di euro saranno destinati alla fase M2 dal roboante titolo “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, di cui 23,78 miliardi destinati alle energie rinnovabili, idrogeno, rete e mobilità sostenibile.

Tutti questi soldi, colorati di verde per ben figurare, saranno a disposizione del neonato MITE che subentra al Ministero dell’ambiente, ahimè ritenuto sorpassato, e che ufficialmente suona come il Ministero della Transizione Ecologica ma che, a ben guardare nei numeri e nei dispositivi normativi che si stanno preparando, di fatto, sarà il Ministero della Tecnocrazia Energetica.

Guarda caso l’acronimo torna a pennello!
Questa sciagurata rivoluzione verde imperverserà in un paese, il nostro, che contribuisce alle emissioni mondiali di CO2 per circa l’1% all’interno di un’Unione europea che nel complesso pesa per un 15%, mentre i soli Stati uniti e Cina contribuiscono per circa il 40% del totale.

Il prezzo in natura e paesaggio che la bella Italia rischia di pagare a causa del suo 1% di CO2 emessa è altissimo. Nel campo delle rinnovabili la decarbonizzazione non pianificata ma data in pasto alle lobby industriali, con buona pace di alcune grandi associazioni ambientaliste votate ormai alla sola tutela di acqua-aria e rifiuti, si potrebbe tradurre, salvo miracoli dell’ultima ora, in un’invasione di torri eoliche e svariati ettari di fotovoltaico a terra.

Un cartello di associazioni rimaste fedeli alla missione di conservazione della biodiversità e del paesaggio naturale sta tentando di fare quello che riuscì a Davide contro Golia.

Fra queste spicca la LIPU (Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli) che giorni fa ha diramato un accorato appello.
Eccolo:

Comunicato stampa

PNRR, NATURA DIMENTICATA E IN BALIA DELLE OPERE.
LIPU: “A UN PASSO DAL DISASTRO. CHI HA A CUORE LA BIODIVERSITÀ
AGISCA ORA PRIMA CHE SIA TARDI”.
LA RETE NATURA 2000 MAI CITATA IN TUTTO IL PIANO.
“LA COMMISSIONE EUROPEA NON LO PERMETTA”.

“La più grande occasione per cambiare strada, portando al centro la natura e un modello economico realmente sostenibile, sta per trasformarsi nell’assedio finale al territorio italiano, tra grandi opere, semplificazioni normative e biodiversità sacrificata”.

Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia a commento della bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cosiddetto Recovery Plan, che approderà nelle prossime ore in Parlamento per il voto finale.

“Da un lato c’è la completa assenza di programmi complessivi per ripristinare la biodiversità italiana, fatta eccezione per un progetto sul fiume Po e azioni sui parchi nazionali – dichiara il presidente della Lipu Aldo Verner – Mai una sola volta, in tutto il Piano, è citata la rete Natura 2000, il più grande strumento comunitario per la conservazione della biodiversità.

Un’assenza clamorosa dal punto di vista simbolico ma, soprattutto, gravissima sotto quello sostanziale.

“Dall’altro lato, c’è l’assalto che si prepara al territorio naturale nazionale, con una moltitudine di opere, strade, valichi, trafori, opere idrauliche obsolete e impattanti, impianti sciistici, impianti di energia rinnovabile in assenza di un piano programmatico, favorite da un programma di semplificazione delle normative ambientali che rappresenterà la deroga a quelle norme che, fino ad oggi, hanno salvato il nostro Paese.

“Tutto questo – prosegue il presidente della Lipu – avviene in violazione del Regolamento europeo, che richiede attenzione alla biodiversità, e in forte contrasto con la relazione finale sul Pnrr del Senato, la quale aveva messo in evidenza le gravi lacune del Piano sotto il profilo della biodiversità e dei danni significativi.

“Il nostro appello – conclude Verner – va alla Commissione europea, affinché chieda la correzione del Piano, e a tutti coloro, gruppi politici, parlamentari, associazioni, mondo della cultura, abbiano a cuore la natura del nostro Paese: facciamo in modo che questo grande errore, devastante e potenzialmente senza ritorno, venga evitato”.

© ® Foto di Fabio Borlenghi

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