Accadeva un covid fa…

DI SILVANA PINTO

Ci hanno fermato… hanno detto no agli abbracci, ai baci, alle carezze, al contatto.
Hanno detto no alle cene romantiche, alle notti di passione, agli incontri con amici.
Alle passeggiate al mare, anzi no, quelle possiamo farle, ma distanti, senza tenerci per mano.

Hanno interrotto le nostre vite, il nostro lavoro, le partite a calcio, i concerti, le gite fuori porta.
Ma non ci hanno impedito di sognare, quello no, possiamo ancora farlo. Siamo liberi di chiudere gli occhi, di abbracciare, baciare, toccare, stringere, sentire… si, perché i sogni nessuno ce li può violare.

Sono solo nostri, tutti possono entrare. L’anima e il cuore sono senza censure…
Nei sogni possiamo osare…
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Ma adesso la nostra vita sta tornando ad essere normale.
Vi racconto una cosa che mi è accaduta l’altro giorno: sono andata al mare, i lettini erano a debita distanza.

Ho visto, per la prima volta, i visi interi di persone che sorridevano e scherzavano. Ho fatto il bagno a mare, l’acqua era fredda ma piacevole. Ho preso il sole, mi sono rilassata tanto. Ad un certo punto, mentre guardavo il cielo mi è venuto un pensiero…ho riflettuto sul fatto che per tutto il tempo non ho mai pensato al Covid.

Quel paio d’ore trascorse al mare mi hanno fatto totalmente dimenticare questo tragico evento che abbiamo passato, quei mesi passati dentro casa, la morte che ogni giorno devastava vite, la sofferenza, il disagio, la paura. Per assurdo, in quei mesi dentro casa, mi sono sentita protetta e al sicuro, e adesso fuori dalle quattro mura, mi sento libera, finalmente libera di riprendere in mano la mia vita.

Ho pensato tanto in quelle ore trascorse al mare, ho apprezzato tutto ciò che mi circondava, mi sono goduta ogni istante, ho respirato la vita. Sì, perché non ho mai dimenticato una cosa importante: il Covid ci ha devastato, psicologicamente, ci ha fatto tremare, ma ci ha reso più forti e consapevoli.

Io personalmente sono cambiata, e’ cambiato il mio modo di vedere le cose e di approcciarmi alla vita.
La sensazione è stata quella di aver trascorso in casa due mesi, ma uscita da quella porta, mi sono sembrati solo due minuti.
Perché come succede spesso, quando qualcosa ci segna profondamente, il tempo guarisce le ferite, ma non fa mai dimenticare, perché le cicatrici sono il segno tangibile di ciò che rimarrà eternamente dentro di noi.

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