#Afghanistan: venti lunghi anni di occupazione per lasciare il nulla

di Michele Piras

I #talebani non vengono dal nulla e in questi anni, con larga parte dell’Afghanistan sotto il controllo occidentale, hanno costruito indisturbati relazioni diplomatiche e alleanze.
Hanno fatto politica insomma.

E hanno ricevuto protezione e ospitalità, preparato il terreno per il ritorno in Patria, sapendo che l’occupazione non sarebbe potuta durare per sempre.
E non l’hanno fatto in maniera troppo nascosta.
Non stupisca dunque l’immediata apertura dei canali diplomatici formali con la Turchia, la Cina, la Russia e il Pakistan.
E il loro quartier generale è stato (tanto per cambiare) il Qatar.
Sì, quello che qualcuno da noi ha definito luogo di un “nuovo rinascimento”, ma dalle cui banche transitavano i soldi per l’Isis, oltre che importanti rapporti commerciali e grandi investimenti in Sardegna, Italia e Europa.
Niente vien dal nulla, nemmeno il ritiro della missione militare e le immediate rassicurazioni sul gas naturale e (pensate un po’) sui diritti delle donne e future elezioni democratiche.
L’Emirato islamico è passato senza alcuna resistenza, locale né straniera.
E ora preme il piede sull’acceleratore della comunicazione e del riconoscimento internazionale, proponendo un volto quasi moderato e dialogante, mentre sul campo prosegue la violenza.
E adesso che la frittata è fatta sarà tutto ancor più complesso, sarà bene mettercelo in testa, nei giorni del crepuscolo di questo nuovo Vietnam, per gli afghani, per le afghane e per l’Europa.
Venti lunghi anni, i morti civili e le vittime militari, per lasciare il nulla e le immagini della cattura delle donne, della vendetta, di disperati che precipitano da un aereo, di centinaia di migliaia di profughi.
Un fallimento statunitense, ma non solo.
C’è il folle disegno della dottrina Bush, il grande imbroglio della guerra giusta, la balla spaziale della democrazia d’esportazione.
Ma anche l’ignavia di chi avrebbe dovuto opporsi a quella guerra, sapendo che nessuna promessa di libertà sarebbe mai stata mantenuta.
Non so se i talebani saranno in grado di fare dell’Afghanistan un Paese civile e francamente ne dubito.
C’è solo da augurarselo per il popolo afghano, che (come sempre) è la prima e unica vittima di questa enorme tragedia.
#Afghanistan  #talebani
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 *Immagine di copertina tratta da Il Giornale.it

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