Alexej von Jawlensky, Helene con un turbante colorato

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Intorno al 1911, l’artista Vasilij Kandinskij, partecipa attivamente alla fondazione del movimento Il cavaliere azzurro, Der blaue Reiter, il cui nome si ricollega all’omonima rivista, contribuendo a rendere l’Astrattismo fondamentale per la storia dell’arte europea.

Alexej von Jawlensky non appartiene propriamente a detto movimento, per quanto la sua partecipazione ad una delle mostre gli permetta di assurgere, quantomeno a sostenitore.
Il suo contributo non è paragonabile a quelli di Franz Marc o August Macke, ma la sua presenza, sollecitata dall’amicizia con il collega Kandinskij, al quale è vicino anche per via delle origini russe, è innegabilmente destinata a lasciare un segno non indifferente.

I suoi ritratti, carichi di colori accesi, e delineati da importanti contorni scuri, proprio come Bildnis des Tänzers Alexander Sacharoff, appaiono a tratti violenti; la preponderanza del rosso dominante, contrastato dai capelli, sovente corvini delle figure, vede nel candore del viso e nel trucco pesante, elementi diretti a catalizzare l’attenzione dell’osservatore.

Non meno evidente, l’inquietante espressione del soggetto ritratto, ai limiti del beffardo, ben diversa dall’immagine di Schokko, del 1910, in cui, nonostante l’intensità espressiva, il volto appare cromaticamente esuberante, ma anche tendenzialmente malinconico; una tecnica più simile a quella del collega Henry Matisse, il quale ne riscuoteva, certamente, l’ammirazione.

L’immagine del ballerino – la più conosciuta tra quelle dell’artista – appare spigolosa e appuntita, eppure la posa non manca di tradire la grazia del mestiere.
Incendiando la tela di colori, l’artista soddisfa la propria visione realizzativa: forte ed intimista, vagamente folkloristica. In parte eccessiva, ma molto comunicativa.

Spesso i coloratissimi ritratti dì Alexej Von Jawlensky appartengono a collezioni private, poiché figurano tra i preferiti di personaggi famosi ed in vista – la divina Greta Garbo amava particolarmente Das blasse Mädchen mit grauen Zopfen, da grande appassionata, quale era, di dipinti aventi ad oggetto donne moderne – e diverse sue opere sono state battute all’asta da Christie’s.

È stata la stessa pronipote dell’attrice, a rivelare come la zia, alla sera, amasse contemplarne i quadri sorseggiando uno scotch e fumando una Nat Sherman.

Helene Nesnakomoff, moglie, musa e modella dell’artista, figura più volte in qualità di protagonista dei suoi ritratti, tra i quali non mancano l’interessante versione riportata, con il turbante rosso, quest’ultimo dettaglio spesso presente, ed evidentemente piuttosto gradito all’artista, e un’altra in costume spagnolo attualmente collocata presso il Museo di Wiesbaden.

Un rapporto speciale, quello tra Helene e Alexej, non privo di ombre data la precedente relazione dell’ex ufficiale russo naturalizzato tedesco, che aveva desiderato interrompere la carriera militare in favore di quella artistica e aveva trovato in Marianne Von Werefkin una vera e propria guida, sovente definita pigmalione oltre che mecenate.

Non che fossero sufficienti, tuttavia, le predette qualità della donna al fine di redimere una personalità ribelle e, tutto sommato, pigra come quella di Alexej, il cui temperamento ingovernabile avrebbe dato luogo, nel tempo, a innumerevoli tradimenti.

Troppo interessato, spesso incline a farsi mantenere dalle donne con cui intraprendeva relazioni, Jawlensky elesse l’incontro con Helene a reale motivo dirimente a proposito della fine del proprio rapporto con la Werefkin.

E se si vocifera di possibili, forse probabili ménage à trois – la Nesnakomoff era inizialmente la giovane cameriera della Werefkin, ed in tal modo il pittore certamente ne aveva fatto la conoscenza.

Resta il fatto che i due, a conferma della serietà del rapporto, ebbero effettivamente un figlio e ciò pose la definitiva pietra tombale su di un rapporto tormentato e doloroso, soprattutto per la precedente compagna, comunque innegabilmente proficuo, dal punto di vista artistico; magra consolazione per entrambi, e forse per tutti e tre…

Alexej von Jawlensky (1864-1941), Helene con un turbante colorato (1910), olio su tavola, 94.2×81 cm., New York – Solomon R. Guggenheim Museum
Immagine: web

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità