Alimentazione post-festività: ok a pasti variegati, no a digiuni serrati

di Cristina Piloto

(biologa e nutrizionista)

A prescindere dal fatto che qualsiasi tipo di festività non deve essere una giusta motivazione per esagerare troppo con il cibo, se comunque non si è potuto fare a meno di mangiare qualche dolce in più o una lasagna di troppo, ora è sicuramente il tempo di rimediare.
Quello che occorre ad un organismo a cui si è dato troppo “carburante” per parecchi giorni di seguito, è sicuramente ritornare al giusto fabbisogno energetico. Se necessario, va benissimo disintossicarsi un po’, magari riducendo le quantità e prediligendo minestroni e verdure.

Non perdere la ritmicità dei pasti può essere un buon modo per ricominciare a regolarizzare la dieta, ma sempre tenendo conto della quantità e della varietà degli alimenti. Le verdure non devono mancare mai, cotte o crude che siano, ma sempre di stagione. Si anche alla frutta secca, magari negli spuntini, per smorzare l’appetito, senza creare danni (ma anche questa sempre dosata!). Non dimenticarsi di bere, magari tisane calde, a volte non ce ne rendiamo conto ma abbiamo più necessità di questo che di mangiare, e l’acqua fredda o a temperatura ambiente può non risultare gradita se fuori la temperatura si è abbassata di molto.
Carboidrati e proteine sono ovviamente d’obbligo, ma quelli giusti di entrambi. Si ai cereali, meglio se integrali, anche alla pasta e al pane, preferibilmente di un buon grano duro o farine poco lavorate (quello che davvero conta sono le quantità e i giusti condimenti!).
È inutile pensare di fare un digiuno serrato, per cercare di recuperare un peso forma che gradualmente è andato perso (dare la colpa solo alle festività è quanto meno limitante, quello che si deve conquistare è un giusto rapporto con il proprio corpo, che per primo ci dà segnali su quanto e come mangiare). Le proteine corrette sono sia animali: pesce, carne bianca, formaggi (pochi) e uova, che vegetali, quindi legumi, ancora meglio se insieme ai cereali, per fornire all’organismo tutte le cosiddette “proteine nobili”.
Tutto nelle giuste proporzioni, sottolineando che nella dieta mediterranea, che è l’unica vera arma contro patologie cardiovascolari, tumorali e cronico-degenerative, l’apporto maggiore è dato dai carboidrati (circa il 50%), ma quelli giusti appunto, poi dai grassi (circa il 30%), che non devono essere eliminati, anzi. I grassi da prediligere sono un buon olio extravergine d’oliva, quelli della frutta secca (anche sotto forma di crema al 100% mandorle o nocciole per esempio) e il pesce. Per ultimo ma non per importanza ci sono le proteine, con un buon 20% di apporto nutrizionale.
Il consiglio migliore è quello di fare pasti variegati, in cui i colori non manchino mai, suddividendo il piatto in più frazioni, in cui mettere cibi diversi e che, nell’arco della giornata, possano soddisfare l’insieme di esigenze di macro e micro nutrienti di cui abbiamo bisogno.
Per far sì che l’intestino (che in genere è l’organo che soffre di più quando si sovraccarica di cibo il tratto gastro enterico) recuperi a pieno la sua funzionalità, oltre al consumo quotidiano di verdure, è utile associare un trattamento a lungo termine con probiotici vivi e vitali, ovvero batteri buoni, che già popolano questo delicato organo, ma che vengono maltrattati da un eccesso o abuso di cibi non idonei.
Sfatiamo quindi il rituale antico e poco sano in cui lo stare insieme deve essere considerato come l’unico momento in cui abbuffarsi fino a sentirsi male, e recuperiamo invece una convivialità in cui il cibo sia uno dei mezzi per comunicare, ma non l’unico, e sfruttiamolo al meglio soprattutto!

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