Altruismo “disumano”

DI DANTE IAGROSSI

Alcuni scimpanzé di un parco nazionale della Costa d’Avorio si sono visti condividere cibo con altri anche non appartenenti al proprio gruppo familiare. Ci sono vari casi. Quelli più deboli sono quasi “obbligati” a cedere il cibo ai più aggressivi e forti.

Spesso però certi maschi lo fanno per accaparrarsi le femmine con cui accoppiarsi. La condivisione alimentare alla fine di battute di caccia può infine anche cementare alleanze e strategie di gruppo.

Da un’ indagine biochimica, negli altruisti si è trovata una maggiore quantità di ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, implicato in coesioni sociali, in particolare nel forte legame madre-figlio.
Anche tra elefantesse africane, le femmine senza figli si dedicano alla cura di cuccioli nati da sorelle o nipoti. Come pure tra leonesse e lupi.

Una volta si è osservato addirittura un gruppo di 14 megattere accorrere in difesa di un piccolo di balena grigia morto, dall’assalto di orche, che comunque nei loro gruppi mostrano talvolta comportamenti altruisti.
Interessante e significativo anche quello che succede tra le ghiandaie della Florida, piccoli corvi dalle ali azzurre.

Le coppie in nidi vengono aiutate da un massimo di 8 femmine senza figlie, di cui il 10% non imparentato con esse, nel nutrimento e nella difesa dei piccoli.
Il loro territorio è piuttosto sovraffollato, con una spiccata competitività per l’accesso al cibo. Invece in altri territori, senza tale problematica, non si vedono casi di altruismo.

Le coppie di scricchiolo superbo, piccolo passero australiano vengono assistite da vari maschi e femmine, che difendono il territorio, allestiscono il nido, nutrono i piccoli. Non sempre si tratta di figli maggiori, ma comunque hanno qualche grado parentale.

Un lupetto disabile dell’oasi LIPU di Castel di Guido (Roma) è stato assistito dai compagni per un anno fino alla morte per incidente stradale: senza intervenire, seguiva le battute di caccia del gruppo, di cui qualcuno gli portava poi il cibo.

I pinguini adulti, a volte anche due maschi, nel clima assai rigido dell’Antartide, con temperature che toccano i meno 40 sotto zero, possono adottare piccoli rimasti senza genitori, morti o per freddo o divorati da foche leopardo.
Un geco può salvare coraggiosamente un compagno dalle spire di un serpente stritolatore.

Le femmine del pipistrello vampiro Desmodus rotondus, che si nutrono del sangue di animali domestici ogni 36 ore, dopo aver nutrito i loro piccoli, rigurgitano un poco del sangue ingerito per chi è rimasto senza. Un gesto altruistico che potrà essere ricambiato in futuro.
In qualche caso, in effetti, l’altruismo è reciproco, con interessi personali.

Nelle savane etiopi si osservano lupi che passeggiano tranquillamente tra babbuini, senza attaccare i loro piccoli, ma per cacciare i roditori.

D’altra parte i babbuini in questo modo, con la presenza di lupi, acquistano una maggiore difesa dai grandi predatori che potrebbero attaccarli.

(foto di ghiandaia da “la Regione”)

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