DI HORION ENKY
Ciao Amica solitudine,
dopo tanto tempo sono tornato a trovarti
in una notte buia,
per raccontarti i miei folli sogni.
Al tuo cospetto mi son tolto
la giacca fradicia di pioggia,
tra queste scolorate mura,
odoranti di vita consumata e di silenziosi pianti.
I miei ricordi sono bizzarre fantasie
che attirano su di me occhi curiosi,
fantasmi alimentati dall’umido freddo.
Il vicolo che ho imboccato si ferma davanti alla tua porta,
nonostante io fossi andato in un’altra direzione,
oggi da te mi ha portato la disperazione.
Ti avevo intravisto molte volte nel passato
mentre camminavo dall’altra parte della strada,
dove i numeri scritti in alto davanti ai vecchi portoni
sono sempre gli stessi.
Chi mi ha raccontato la sua storia,
ha parlato per un’infinità di ore,
non sapeva che non dormissi di notte
perché mi soffermavo in silenzio ad ascoltare la voce della pioggia.
Sussurro a te buio che ascolti i miei inconfessabili peccati,
le fioche luci della fede mi pugnalerebbero alla spalle
e resterei nudo senza perdono.
immagine tratta dal web
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