Amori passati

DI ANTONIO MARTONE

 

Come ho fatto a sentire amore per una persona simile, e tanto a lungo?
È questa – credo – una delle domande più frequenti che ci poniamo…

Pensiamo a periodi passati della nostra vita e li vediamo scorrere come scene d’un film montato male: appaiono del tutto caotiche e disarticolate: sembrano immagini della vita di un altro. Quasi non ci riguardano! E, se non ci riguardano, perché non smettono di interrogarci? Per quale motivo ci inquietano al punto da chiedere sempre udienza al nostro presente – quasi come se avessero bisogno di essere assolte? Perché approfittano di tutti i nostri momenti di debolezza per darci addosso, per giudicarci e condannarci?

Eppure, quelle persone con cui eravamo legati, no, non siamo stati noi ad amarle. È stato un altro. Un altro che non aveva capito con chi avesse realmente a che fare. Chi era quest’altro? Mah, non lo sapremo mai…
La verità è che viviamo come Edipo, da ciechi, e quando apprendiamo la verità, vorremmo cavarci quegli occhi che non hanno saputo vedere.

Soltanto quando il tempo, come balsamo pietoso, si sarà posato sulle ferite, solo allora – chissà – potremo guardare senza sanguinare, e forse perfino con dolcezza, a quell’Io tanto sprovveduto che un giorno, si, eravamo noi…

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