Ana Mena, chica caliente

DI GINO MORABITO

La sua popolarità inizia nel 2006 dopo aver vinto la dodicesima edizione dei Veo Veo Awards, ma la carriera decolla con la partecipazione alla miniserie Marisol, la película.

Seguono trentasei dischi di platino, due dischi d’oro, oltre cinque milioni e mezzo di ascoltatori mensili su Spotify e un miliardo e mezzo di views totali su YouTube. Ad appena venticinque anni, Ana Mena vanta numeri da record, trovando l’apprezzamento di Donna Imma Polese che la incorona regina del “castello”.

Per lei arriva l’endorsement della protagonista del reality Il castello delle cerimonie, che rilancia la canzone presentata a Sanremo, considerata da molti perfetta per la sigla del programma. Duecentomila ore segna un nuovo capitolo della storia musicale della performer spagnola che ha provato ad esplorare nuovi territori della scena pop e urban sfruttando l’importante allure internazionale.

«Voglio fare un omaggio a questa musica che amo da sempre e che a casa mia ha significato tanto.»

L’avventura musicale nel Belpaese comincia nel 2018.

«Questa meravigliosa avventura è iniziata quattro, cinque anni fa. In casa si è sempre respirata la cultura musicale italiana, grazie a mio padre che, sin da piccola, mi ha fatto ascoltare tante splendide canzoni, con il sogno di poter realizzare anch’io, un giorno, qualcosa di bello in Italia. L’opportunità è arrivata nel 2018 con Fred de Palma e un brano dal titolo “D’estate non vale”, dove canto per la prima volta in italiano; successivamente incidiamo “Una volta ancora”. Poi l’avventura è continuata con Rocco Hunt che è diventato un po’ un fratello.»

La madre le trasmette la passione per il flamenco, che è la sua impronta artistica; il padre, invece, gli ascolti dei Ricchi e Poveri, Matia Bazar, Mina.

«Sono cresciuta con quei riferimenti artistici e il Festival lo seguo ormai da anni.»

Il forte legame con il Festival della canzone italiana porta Ana Mena a presentare Música ligéra, il suo personale rifacimento della hit di Colapesce Dimartino, anche al pubblico spagnolo che ha dimostrato grande apprezzamento.

«Non avrei mai pensato che il brano sarebbe stato accolto con tutto questo calore dal pubblico spagnolo. Ricordo che, quando Colapesce Dimartino l’hanno presentato a Sanremo, ero seduta sul divano con mio padre a vedere il festival e, una volta cominciato il ritornello, ci siamo guardati in faccia esclamando che fantastica canzone fosse. Me ne sono subito innamorata, non potevo resistere più di cinque minuti senza ascoltarla e ho deciso di postarne una cover su Instagram. Poi Colapesce Dimartino hanno commentato che era loro piaciuta la mia versione e da lì la pubblicazione di “Música ligéra”.»

Tra il cinema e la televisione c’è di mezzo la musica.

«La mia musica ha bisogno di passione. La musica è la mia vita, non riuscirei a starne lontana. Confesso tuttavia che mi piacerebbe molto fare una fiction in Italia, anche perché sarebbe una bella sfida, a cominciare dalla lingua. Credo che sia uno dei progetti che più mi piacerebbe realizzare.»

A quattro anni da Index, in cantiere il nuovo album.

«Sto preparando un album in italiano, che è un po’ diverso rispetto a tutto il resto della mia produzione. Vorrei far conoscere al pubblico che mi segue un lato inedito di Ana Mena, più intimo, riflessivo.»

L’amore è fonte inesauribile d’ispirazione, anche quando non è a lieto fine.

«Sicuramente avrei vissuto l’amore in modo diverso, se avessi scelto un altro mestiere, ma non è quello che voglio. Questa è la vita che mi sono scelta, un amore più stabile e quotidiano probabilmente non era quello che stavo cercando.»

Quando la solitudine morde il cuore, ci si rifugia nella propria comfort zone.

«La mia comfort zone è rappresentata da tutto ciò che mi fa stare bene, quello che mi rende serena. Stare con gli amici, ascoltare la musica, per esempio. Nel mio quotidiano cerco sempre di essere una persona normale, vivendo una vita da persona normale. Questo vuol dire potermi anche permettere, un giorno di tristezza o malinconia, di non fare nulla. È vero, non è più come quando ho iniziato questo lavoro perché i giorni liberi sono pochi. Ma, quando posso, cerco di vivere la vita di una ragazza di venticinque anni.»

 

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