Andiamo a lavorar…di favole e di gnomi

DI ELISABETTA DE MICHELE

Questa storia che vi racconto, è accaduta molti, moltissimi anni fa.
Come ben sapete, e se non lo sapevate ora sappiatelo, gli gnomi abitano nel sottosuolo, lontani da occhi indiscreti, o, per dirla più precisamente, umani.
La loro occupazione principale è, oltre a curare gli animali feriti o in difficoltà, coltivare radici.

Sì, loro si prendono cura delle radici di piante e alberi, si occupano della base, del sotto di ciò di cui noi dovremmo occuparci del sopra, dell’altezza. Un bel giorno, o forse sarebbe meglio dire un brutto giorno visto quello che accadde, il capo-gnomo controllore passò come sempre ad ispezionare le coltivazioni di radici, e vide una cosa terribile: erano tutte in uno stato spaventosamente pietoso e pietosamente spaventoso; alcune infatti erano troppo secche, sul punto di spezzarsi da un momento all’altro, altre erano invece marce, sul punto anch’esse di rompersi.

Fu subito avvertito il Grande Gnomo, sovrano di Pickindoor. Ci fu una grande riunione tra tutti i sommi capi, e la conclusione fu abbastanza stupefacente: fu invitato con urgenza a Corte il figlio di Tambolc, il giovanissimo Gnatur. Non era un guerriero, per questo sembrò a tutti quanti una decisione strana, e in più era forse il più timido e il più gracile tra i giovani gnomi del popolo. Appena il ragazzo si fu inginocchiato ai piedi del Grande Gnomo, gli fu svelato il motivo di quella chiamata: aveva da compiere una missione. Dovete sapere che il Grande Gnomo era un mezzo stregone e certe volte, quando non era troppo preso a mangiare chili e chili di funghetti trifolati, la sua grande passione, riusciva a vedere il futuro; aveva visto due cose molto importanti: la prima, che il motivo di quel malessere delle radici era dovuto a qualcosa che non andava dall’altra parte, nel mondo emerso degli umani; la seconda, era che soltanto Gnatur tra tutti quanti sarebbe riuscito a parlare con la grande e saggia Montagna Parlante, che si trovava dalla parte opposta di Bosco Nebbioso, per scoprire come rimediare a quel disastro.

Quindi il timido Turi, così lo chiamavano tutti, partì, timidamente, per la sua missione. Era esile e timido, certo, ma questo non voleva dire che non fosse tenace e coraggioso; difatti, dopo tre giorni di cammino, giunse a destinazione. Era davvero un’enorme montagna quella che si stagliava di fronte a lui; era enorme, tagliente e freddissima, così come la sua voce, che tuonò all’improvviso facendo balzare all’indietro il nostro piccolo gnomo. Così disse la montagna: “Sappiamo cosa sei venuto a fare qui, giovane Gnatur di Pickindoor. Il mondo verde si sta ammalando, perché è collegato al mondo degli uomini, che è sul bordo di un precipizio e si sta spingendo da solo in mezzo al vuoto.

Le nostre radici ci avvisano, e noi, fortunatamente, sappiamo cosa fare”
“Tu lo sai? Cioè…volevo dire… VOI lo sapete? E cosa si può fare? Sono venuto fin qui per portare al Grande Gnomo la tua saggia risposta”
A quel punto un rumore fortissimo, assordante, mai udito prima, riecheggiò per tutto Bosco Nebbioso e, probabilmente, fu udito fino a Puckindoor. Era più forte di una frana, era il rumore di tutti i rumori e il nostro piccolo Turi non poté credere ai suoi occhi quando vide cosa provocava quel frastuono: si trattava della Grande Montagna Parlante che si girava. In realtà non era affatto una montagna, era un enorme Gigante di Roccia. Per tutti quei secoli la gente che si recava a consultare la sua saggezza aveva creduto di trovarsi di fronte ad una montagna parlante, e così infatti fu chiamata; in realtà era un Gigante roccioso girato di spalle.

Se dopo tutto questo tempo aveva deciso di mostrarsi proprio ora, voleva dire che quello che stava accadendo era davvero importante. Infatti il Grande Gigante Sajus disse:
“Questa volta dobbiamo agire, non possiamo girare le spalle all’uomo, come lui ha sempre fatto con noi e con tutto il resto di natura. Abbiamo la possibilità di salvare il mondo, ed è ora di mettersi al lavoro. C’è una storia importante da ricordare. La storia più importante di sempre.”
Gnatur, che aveva memorizzato tutto ciò che Sajus gli aveva spiegato di fare, corse verso Pickindoor.
Il grande Sajus e il piccolo Gnatur stavano lavorando insieme per la salvezza del mondo; il microcosmo e il macrocosmo si muovono sempre insieme per il tutto.

Turi corse a più non posso, tanto che quando arrivò a palazzo reale in piena notte e bussò al portone, non aveva quasi nemmeno la forza di picchiare il battente sulla porta. Ebbe un lungo colloquio con il Grande Gnomo, in cui si decisero i tempi del lungo lavoro che tutti gli gnomi avrebbero dovuto iniziare dal giorno seguente.
Dovete sapere che quando gli gnomi lavorano per gli uomini, accade che questi ultimi sognino. Gli uomini sognano esattamente quello che questo piccolo popolo compie per loro e comprendono quello che devono comprendere.
Gli uomini avevano dimenticato.

Avevano smarrito il senso, perso l’amore, smesso di accudire il piccolo.
Il piccolo grande bagliore divino continuava a brillare dentro di loro, ma era soffocato e smarrito nel buio di tutta quella materia grigia e pesante accumulata.
C’era bisogno di riportarlo alla luce. C’era bisogno di ricordare.

Così per sette giorni di fila tutti gli gnomi della terra lavorarono; fu un lavoro faticoso e senza sosta, ma lo fecero con tutto l’amore di cui erano capaci e, credetemi, anche se avevano un corpicino piccolo, era davvero molto.
Per prima cosa fecero la stella cometa. Poi man mano costruirono tutto il resto: casette, adoratori, curiosi, passanti e animali. Infine costruirono l’intimità del divino: la grotta. Spostarono e disposero ogni cosa, e quando tutto fu pronto, il settimo giorno, accesero la stella. Venne fuori una cosa meravigliosa!

E mentre loro si riposarono, gli umani sognarono. E ricordarono. E ripresero ad amare.
Si dice che è da allora che gli uomini hanno iniziato a fare il presepe, per ricordare il vero amore e il bagliore divino sulla terra. Grazie agli gnomi qualcuno si svegliò prima degli altri dal suo sogno e iniziò a costruire.
Si dice però che oggi fare il presepe sia rimasto un rito svuotato del suo significato.

Si dice che gli uomini abbiano nuovamente dimenticato, smarrito il senso, perso l’amore, smesso di accudire il piccolo bagliore divino.
Chissà che le radici, sotto Pickindoor, non stiano segnalando qualcosa.
Io dico che forse c’è ancora bisogno di voi, creature incantate.
Lo vedremo presto: il Natale sta arrivando.

Se così fosse, ho un solo desiderio quest’anno sotto l’albero: piccolo gnomo, facci sognare ancora.

©® Copyright, disegno di Gianni Russomando

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità