Angelo Morbelli, “Le vecchine curiose”

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Le vecchine curiose, è un dipinto di palese interesse sociale appartenente ad una serie di dipinti che l’autore, Angelo Morbelli, dedica allo storico istituto milanese del Pio Albergo Trivulzio.

Egli comprende, inoltre, come per poter realizzare opere del genere sia necessario affrontare l’opera in modo sia costante che effettivo, ed è la ragione per cui si fa allestire un atelier all’interno dell’istituto e comincia a viverne la monotona, malinconica quotidianità.

I giorni uguali ai giorni di mesta solitudine, che decide di condividere assieme agli ospiti al fine di fissarne sulla tela le emozioni dirette e sfuggenti.

Attraverso un divisionismo definito ricercato e scientifico, l’autore opera una sorta di retrospettiva a tratti impietosa ma certamente diretta, atta a testimoniare la presenza degli ospiti della struttura sotto l’aspetto della relegazione sociale, determinata da una situazione di peso anziché di ordinaria e naturale convivenza.

Un atteggiamento, già ai tempi, ai limiti del cinismo, incentrato sulla piena efficienza dell’individuo, accantonato al momento della eventuale necessità di assistenza.

Una presa di coscienza ancor più pressante, soprattutto tenendo conto della specifica istituzione in sé: quel Pio Albergo Trivulzio, spesso agli ‘onori’ delle cronache non tanto per motivi encomiabili quanto per questioni giudiziarie e vicende, a testimonianza di amministrazioni senza scrupoli.

Gli spazi tendenzialmente semideserti, con un’atmosfera di isolamento accentuata nei giorni di festa, comune a quel genere di denuncia sociale tipico di tante opere di fine Ottocento.

Sensazioni testimoniate, e messe nero su bianco, anche dalla corrispondenza, risalente ai primi anni del 1900, in cui Morbelli scrive all’amico Pellizza da Volpedo esternandogli la percezione di un’atmosfera in cui aleggiano malattia e disagio, spesso sovrastata dalla spada di Damocle di morte imminente.

Una sorte di memento mori reale, determinato da situazioni contingenti e tangibili.
Il dipinto riportato, sotto questo punto di vista sui generis, mostra una situazione, tutto sommato, abbastanza frequente, poiché concentra una caratteristica da tempo immemore ricollegata all’universo femminile: la curiosità, da sempre identificata con l’indole delle donne, dettaglio non errato soprattutto se ne consideriamo la stretta parentela con la creatività .

Erasmo da Rotterdam citava la follia quale unico rimedio per allontanare la molesta vecchiaia, intendendo come follia non certo l’essere insani di mente quanto l’assecondare uno spirito aperto e creativo – a maggior ragione sviluppata ed accentuata col passare degli anni.

Nel caso di specie, le signore in questione, attratte da un dettaglio, a noi ignoto quindi a maggior ragione intrigante, presente in un quadro appoggiato su di un cavalletto – forse un’opera incompiuta in attesa di essere terminata dall’artista.

Confabulano e discutono, stringendosi fisicamente attorno all’oggetto di tale intrinseca meraviglia, ma quante volte, a che nella vita di tutti i giorni, capita di incontrare signore anziane in attesa sui terrazzi o affacciate alle finestre.

Novelle Sorelle Materassi ansiose di scoprire e condividere quanto diligentemente ed istruttivamente appreso, tanto da diventare, suddetto comportamento, talvolta oggetto di battute sagaci ed ironiche…

Angelo Morbelli 1853 – 1919
Le vecchine curiose (1891/94c.)
Olio su tela (55 x 75 cm)
Tortona – Il Divisionismo, Pinacoteca Cassa di Risparmio di Tortona

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