Angelo Morbelli, Venduta

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Angelo Morbelli non fa sconti, tenendo fede ai propri fermi, nitidi propositi di una denuncia sociale adeguata, che si esplica dapprima nella rappresentazione delle mondine, il cui sfruttamento raffigurato – dal titolo esplicativo ‘Per ottanta centesimi’.

Risulta lontano dall’immagine romantica che si è abituati ad attribuire ad una attività del genere – il film Riso amaro, con Silvana Mangano, pur drammatico, finisce per presentare una figura di mondina edulcorata e non troppo fedele alla realtà.

I racconti di chi ha lavorato in determinate condizioni ( ne parla anche Marta Marzotto nel suo libro Smeraldi a colazione ) appaiono decisamente differenti – ed in seguito, come nell’opera riportata, trova addirittura il coraggio di mostrare a chiunque, sfruttatori di ragazze e bambine compresi, la propria squallida merce di scambio.

Una piaga, quella esistente a Napoli nell’Ottocento, della prostituzione minorile, complessa e diffusa, indipendentemente dai ragazzi ivi impiegati – maschi compresi – talvolta sbattuti in prima pagina in modo diretto ed inequivocabile.

Il tema, è affrontato da Lucia Valenzi in un saggio a tema, la quale attingendo da talvolta dimenticati documenti d’archivio, testimonia la stessa organizzazione del sistema riguardo tale sordida attività.

Nemmeno la polizia, in realtà, riesce ad intervenire su qualcosa di capillarmente diffuso, spesso nemmeno percepito come reato.

Anche Cesare Lombroso, come riporta un interessante articolo de La Repubblica, scritto nel 2001 da Stella Cerasio, rileva la triste situazione dei forestieri nell’Ottocento, specialmente a Napoli, ma non solo, continuamente attenzionati di offerte di ragazze e ragazzi prevalentemente minorenni.

Venduta, di Angelo Morbelli, mostra la tragica condizione legata all’abuso ed ai maltrattamenti dei fanciulli appartenenti alle classi più povere e indigenti.

La ragazzina raffigurata, il cui sguardo carico di tristezza e dolore scava letteralmente nell’animo dell’osservatore, non palesa alcun sentimentalismo, al contrario ne mostra lo stato disagiatamente descrittivo.

Emaciata, probabilmente malata – le malattie veneree erano tutt’altro che infrequenti – indossa un indumento bianco che ne accentua la condizione di innocenza, turbata e violata da qualcosa di invisibile e sinistro, il tutto accentuato da una magrezza spettrale e smarrita.

Morbelli ritornerà più volte sul soggetto, modificandone alcuni tratti, ma mai arretrando sui propositi di tragicità evidenziati e sottolineati.

Spesso indugiando su originali tagli raffigurativi, non esiterà a connotare i contesti in maniera esplicita e inconfondibile…

Angelo Morbelli 1853 – 1919
Venduta! (1897)
Olio su tela (67 x 107 cm)
Collezione Privata

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