Anni settanta

DI MARIAESTER GRAZIANO

La camera dei genitori era la coperta a rombi pesante, la foto cornice marrone e la divisa ufficiale degli sposi, lei in accollatissimo bianco, lui in mestissimo scuro, la Madonna col bambino in bassorilievo sopra il letto, tappeti con le frange e centrini minuziosi écru, la spia meticolosa di antenati sul comò con i seri sorrisi della posa.

La cucina era frigorifero finto legno e adesivi formaggino Mio, piastrelle gialle e fiorellini, tavolo sedie e tendini di pizzo écru.
Gli intoccabili: cassapanca con corredo nell’atrio, divani e cristalleria in salotto.
Su tutto sopra sotto di lato centrini écru.

C’era la sedia di paglia come la minuscola h, scomoda come solo una consonante che non si fa suonare.
Era di nonna e da quando non c’è più è ammutolita proprio di h senza vocale.

È rimasta quella sua vuota ortografia di paglia e legno come Betlemme dopo il sei gennaio
e un senso di rimpianto per non aver imparato da lei le sette catenelle écru.

Immagine tratta dal web

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