DI FRANCO FRONZOLI
Il mestiere dello spazzacamino ha origine diversi secoli fa , si tratta , parliamoci chiaro , del più vergognoso sfruttamento di minori .
Erano i bambini , coloro che venivano arruolati per eseguire questo difficile mestiere , contro la loro volontà , spesso , e con l’ assenso dei genitori .
Bambini di famiglie povere , mendicanti oppure orfani che grazie al loro esile corpo entravano nelle canne fumarie .
Nell’immagine collettiva , lo spazzacamino viene in mente quando si ricorda il film Mery Poppins .
Una delle prime testimonianze del mestiere di chi puliva i camini , risale al 1.600 , con un premio conferito ad un ragazzo che nel palazzo reale , mentre puliva un camino scivolò e si trovò adiacente ad una camera trovandosi ad ascoltare una conversazione , che metteva in pericolo la vita del re .
La pulitura dei camini veniva fatta per lo più a mano arrampicandosi all’interno delle canne fumarie e grattando con un ferro ricurvo la fuliggine .
Il bambino giunto in cima doveva gridare “ spazzacamino “ oppure sventolare il braccio fuori dal comignolo a riprova che il camino era stato pulito .
Esiste il “ Museo dello spazzacamino “ , unico nel suo genere ed ha sede in Santa Maria Maggiore , in Valle Vegezzo ( Verbania ) .
Al primo piano del museo , vengono esposti gli attrezzi del mestiere dello spazzacamino : la raspa ricavata da una vecchia zappa ; il “ brischetin “ o scopino ; il “riccio “ tipico attrezzi che serviva per ” raspare “ le canne fumarie , quando il bambino non poteva entrare a pulite a mano ; la “ caparuza “ un passamontagna che veniva calato sul volto per non respirare troppa fuliggine .
Immagine tratta dal web
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