Apprendimento precoce: è un bene o no per il bambino?

di Maria Teresa Di Maio (psicologa/psicoterapeuta)

Bambini precoci – Vogliamo solo geni?

Spesso sentiamo parlare di programmi di apprendimento veloce. Da sottoporre ai bambini per far loro acquisire anzitempo competenze e abilità di ogni tipo, comprese quelle scolastiche del leggere, scrivere e fare di conto.

Ma è un bene o no per il bambino l’apprendimento veloce?

Questi programmi  che stimolano sicuramente la mente dei nostri bambini (spesso in maniera eccessiva), in realtà  non soddisfano un’esigenza naturale di crescita; mentre soddisfano con molta probabilità è soltanto il narcisismo dei genitori.

Il bambino non ha il desiderio di diventare più bravo dei suoi compagni, ha il desiderio di giocare ed imparare cose nuove con i suoi compagni. I piccoli si adeguano alle richieste dei genitori che sono il loro punto di riferimento.

La riflessione che si propone però è quella che così facendo i bambini non maturano questi apprendimenti ma si abituano al conformismo e all’obbedienza.

Quello che questi apprendimenti fanno è quello di agevolare, prima del naturale corso, processi intellettivi che, stimolati prima del tempo, limitano la creatività, il libero pensiero, lo sviluppo della fantasia.

Ognuno di noi ha tempi e modi  di apprendimento differenziati, va da sé che  utilizzando queste tecniche  si rischia di creare una griglia predefinita di nozioni escludendo tanto altro.

Capita che si inizi un bambino in maniera precoce alla lettura e alla scrittura, e in questo caso si impoveriscono le sue capacità più creative. E lo si vede nel gioco e nel disegno. I bambini iperstimolati sono bambini che non giocano, non solo perché hanno meno tempo, ma perché non sanno più giocare: proprio come succede quando sono malati.

Uno dei primi sintomi dei disturbi psichici infantili è proprio questo: l’incapacità di giocare.

Molti studi confermano che  il bambino che asseconda i propri tempi di apprendimento riesce a esprimere con straordinaria originalità le proprie esperienze e i loro contenuti emotivi, mentali,  mentre appena  impara a leggere e a scrivere, comincia a disegnare la casetta, l’albero, il sole e la nuvola, seguendo un modello prestabilito, che rende così simili l’uno all’altro.

L’apprendimento precoce della lettura e della scrittura rischia inoltre di produrre una falsa efficienza mentale: è una precocità che più avanti si trasforma spesso in ritardo perché per loro l’apprendimento è rimasto qualcosa di esclusivamente meccanico, imitativo che nulla ha a che fare con la creatività, il pensiero critico e l’interesse per la curiosità, la ricerca, la vera conoscenza.

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