Aria pura

DI MARIALUISA VILLA

Non ho mai amato particolarmente la montagna, al massimo potevo apprezzarla per una gita giornaliera, per una passeggiata nel verde e un prato dove stendersi per godere del fresco e del rumore rilassante di un ruscello. Ma nulla di più.

Non doveva durare più di un giorno. Amavo il mare, la sabbia, il sole sulla pelle, la musica dai locali sulla spiaggia. Le voci dei bagnanti intorno a me non mi procuravano fastidio, anzi, aggiungevano un tocco in più al sapore dell’estate, la mia stagione preferita.

Ora, a poco a poco, col passare del tempo, provo un rifiuto categorico a tutto ciò. Non sopporto più la confusione, il rumore, il cicalio continuo della gente intorno a me, le grida dei ragazzini che, giustamente, giocano lungo la riva. Il sole che amavo sentire scaldarmi la pelle e ricaricarmi di energia non lo tollero più di 10 minuti, poi devo cercare l’ombra.

E pensare che ero sempre abbronzatissima d’estate! Iniziavo a maggio a prendere il sole e proseguivo fino a settembre, imperterrita. Ovunque ci fosse la possibilità di farlo, io mi stendevo a godere di quel ben di Dio.
In particolare quest’anno, dopo due anni in cui non ho viaggiato né fatto vacanze, ho sentito l’esigenza di stare qualche giorno via da casa per ricaricarmi.

Ma assolutamente lontano da qualsiasi tipo di confusione. Per questo ho chiesto alla mia amica del cuore di fare una breve vacanza noi due da sole insieme al mio adorato cagnolino. Lontano da tutto e da tutti, nella pace più assoluta.
Quindi abbiamo scelto un luogo in montagna, non troppo lontano ma che ci consentisse di stare insieme rilassandoci e godendo di un po’ di fresco, dopo tutta la calura che ci perseguita da quasi due mesi.

Devo dire che il fresco è stato meno di quello che speravamo, lo potevamo apprezzare solo la mattina e la sera, ma la pace era assoluta. Il posto si trovava in mezzo ai monti, che facevano cornice al paesaggio che scorgevamo dal nostro balconcino in legno.

In alcune ore del tardo pomeriggio si vedeva il sole che illuminava le cime innevate, come un faro che puntasse solo su quel particolare, mentre più sotto calava già l’ombra.

Sotto le montagne si stendevano le case dei paesini, in mezzo al verde, con i campanili delle chiesette che svettavano nella valle e che al mattino con il suono delle loro campane, insieme al canto festoso degli uccelli, davano inizio alla giornata.

Mi sedevo sul gradino della soglia della portafinestra e assaporavo quella frescura e quella pace assoluta che emanava quel posto. Alzavo gli occhi e vedevo, in un angolo sotto il tetto, il nido delle rondini, e i volatili che si alternavano per portare il cibo ai loro piccoli.

Sotto, nel giardino, un gatto sonnecchiava al tiepido sole del mattino, mette la signora del piano terra apriva il cancelletto di legno per andare nell’orto a cogliere qualche verdura fresca.

La sera il proprietario di casa, che abita nella parte adiacente dell’abitazione di pietra, tornava dal lavoro con la moglie, e mentre lei preparava la cena, lui scendeva nel prato verde sotto casa per raccogliere un po’ di frutta fresca dagli alberi.

Dopo cena si sentivano sul terrazzino sottostante mentre, seduti davanti a una bibita fresca, chiacchieravano amabilmente assaporando la frescura della sera.
Tutto era pace e tranquillità, come se in quell’angolo di mondo non esistessero gli affanni, le guerre, le bollette da pagare, le preoccupazioni… Una parentesi sospesa.

Io e la mia amica , la sera stavamo sedute sul balconcino di legno, a raccontarci le nostre confidenze, le nostre amarezze, le nostre piccole gioie…ma spesso stavamo in silenzio, senza parlare, ad assaporare quegli attimi di pace lontano da qualsiasi impegno o dovere.

Tra noi è sempre stato così, fin da bambine. Una specie di tacita comprensione, senza bisogno di parole. In qualsiasi luogo, in ogni momento, insieme o a distanza, riusciamo sempre a leggere nei nostri cuori. Aria pura.

Immagine tratta dal web

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