Nei ricordi
un bar alternativo dove si parlava un linguaggio strano, come strani erano quasi tutti i clienti che lo abitavano. Musica diversa, occhi rivolti verso orizzonti poco frequentati e sogni a go go.
Ricordo due ragazzi capitati per caso appoggiati al banco con la birra in mano, osservare tutti noi che esploravamo il macromondo nel microspazio.
Ricordo il commento proferito a bassa voce: ” C…o, qui non basta una corriera per portarli via tutti!!”….Intendendo sottilmente ” I matti” ..
Certo, spesso i “matti” si riconoscono subito.
I ” Matti” fanno concerti di musica diversa e parlano di Vietnam, di Idi Amin, di Kennedy, di Ghandy di Castro e di terremoti in Friuli e in Belice.
I matti organizzano serate di luna piena sul lungofiume vestiti come fantasmi con i lenzuoli delle nonne con i carabinieri al seguito che non possono fare altro che sorridere sommessamente pure loro.
I ” Matti” entrano nel bar e sul juke box digitano F 5..
” Spero che ritorni presto l’ era del cinghiale bianco…”
Ricordi oggi vivissimi.
Eri tra noi Franco, tra i folli visionari che sanno essere i veri e lucidi esaminatori della realtà..
Non posso non versare una lacrima.
Ma sorridere nello stesso momento
Arrivederci Maestro..
Immagine tratta dal web
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