Aspettando…

DI GIOVANNI DE LUCIA

Aspettando che il sole si addormenti, al fischio cupo del porto ci troviamo allineati, senza più la forza di guardare indietro. Ognuno di noi porta con se le cicatrici di giorni senza resa.

Li vedi mescolare lacrime a spruzzi d’onda.

Io neanche un ricordo, io che di un sogno ne feci bandiera, mi ritrovo un’anima lassa come una vecchia rete da pesca.

Non ricordo nessuna nota cantata, nessun davanzale fiorito, non ricordo neanche lo sguardo della ragazza dalle labbra di pesca.

Io l’ho vista cadere e raccolta, l’ho stretta a me come la primavera stringe l’inverno, ma lei non c’è più, forse non c’è mai stata. Quanti miraggi creiamo prima di ogni imbarco, ma questo per me è l’ultimo bastimento che prendo.

Basta vicoli ciechi, ombre amiche, sprazzi di luna rubati alla notte, sul molo lascio accanto alla gomena l’ultima illusione di essere stato un buon amante; sai di quelli che ricordi tra risa e boccali di vino, quello al quale potevi mentire deridendolo.

Che vuoi, il silenzio di troppi reduci di sogni unici romba dentro i pensieri di cuori borghesi, la notte avanza e domani quel che resta di un manipolo di audaci poeti, pittori, musici sarà lontano nel fumo di una ciminiera.

Noi porteremo via le nostre cicatrici e con esse le vostre speranze di aver vissuto da amori liberi.

Ancora un fischio greve, tre tocchi di campana e poi forse l’audacia ancora di regalare l’ultimo respiro a nuove labbra di pesca di un altro mare.

Foto da Pinterest

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