Autocritica di un nonno

DI FRANCO FRONZOLI

Sì,  lo confesso, non  sempre sono un buon nonno,  sono un nonno pentito, afflitto dai sensi di colpa, colpevole.

Voglio rendere pubblico questo mio stato d’animo con una feroce autocritica, su me stesso.

Ne ho combinate di tutti i colori e sono fermamente pentito delle mie sconsiderate azioni.

Mi ero ripromesso di usare il pugno di ferro con i miei quattro nipoti, pee far comprendere loro che, nella vita, bisogna anche saper ubbidire.

Poi, non so come e perché, mi comportavo diversamente da come mi ero riproposto di fare.

Ad esempio:

«Niente patatine», mi dicevo, poi mi creavo un alibi, lasciavo il sacchetto aperto e mi allontanavo, sapendo, che quella mia assenza  avrebbe consentito loro di approfittare della mia volontaria assenza.

Ho sempre pensato, che anche nei giochi, bisogna abituarli alle sconfitte, perché, anche il perdere, può diventare, educativo.

Niente da fare, a dama iniziavo con mosse vincenti e finivo con quelle perdenti.

In altri giochi non riuscivo a non perdere, anche se iniziavo con la volontà di vincere.

Le bugie.

Quante bugie buone, ho raccontato come quando dicevo che la mattina prestissimo, confezionavo tantissime brioches e qualche torta.

Oppure, affermavo di telefonare al “ topolino “ , quando un dentino vacillava.

Anche quando, vergognosamente, asserivo che la notte andavo a pescare in mare e lottavo con i pesci ed anche con una balena.

Ero convinto che ci credessero, almeno in una piccola parte, a questi racconti, di fantasia, invece mi sono reso conto che il “ cretino “ ero io.

Le promesse.

Promettevo che era inutile che chiedessero qualcosa perché al mondo ci sono bambini che non hanno nulla.

Anche in questo caso, ipocritamente,  cedevo alle loro richieste e ripetevo  a me stesso la frase consolatrice : “ questa è l’ultima volta “ .

Insomma un comportamento che contrastava con il volere dei genitori, ai quali dicevo che, i bimbi si erano comportati bene durante la loro assenza,proprio come avevano suggerito loro diche fare.

Qualche volta però, mentivo.

Insomma, si pensi ciò che si vuole , ma essere nonni e fare i “ duri “ , non solo è improbabile, ma anche impossibile.

Pensavo anche che con i miei figli, non sono stato così, non ero malleabile, anche se solo rarissimamente usavo lo “ schiaffo educativo “ .

Questa è la confessione di un “ nonno “ pentito, che si aspetta ora, i benefici di legge, come avviene con i veri delinquenti “ pentiti “ .

Se credete a tutto ciò che ho scritto, vi posso garantire che sbagliate di grosso, perché un “ nonno “ inventa anche delle favole, e chissà, questa potrebbe essere una di queste.

Che chi dovere si metta l’animo in pace, farò ciò che … piace soprattutto a loro, potrà essere non propriamente corretto, ma quando scende in campo l’amore, diventa davvero difficile, non ascoltare ciò che smuove dentro, soprattutto, dentro al cuore di un nonno…

Immagine tratta dal web

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