DI FLORA BARIN
Folate di vento forte muovevano nuvoloni neri spingendoli veloci nel cielo che si oscurò completamente.
E si scatenò il temporale con furiosa violenza.
Alberi, mossi come fuscelli dall’impetuoso vento, mostravano il rovescio delle foglie, che è sempre un po’ argenteo e opaco. Così scomposti sembravano anime tormentate.
Durò parecchio, il temporale, creando il finimondo.
Lampi zigzagavano per il cielo illuminandolo come in un luna park ed i tuoni che seguivano mi facevano sobbalzare come spari al cuore.
Anche i cani abbaiavano terrorizzati.
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Nella mia mente di bambina mi raffiguravo il tuonare del cielo durante il temporale come qualcosa di terribile che imperversava su una immaginaria grandissima stanza, sopra di me, con il pavimento di legno rimbombante: sedie che cadevano, mobili rovesciati, salti, rotolamenti, terribili scoppi di chissà cosa.
Davo vita ai rumori e correvo con la fantasia, affascinata e spaventata al contempo.
Quella volta, attraverso il vetro della finestra chiusa, vidi arrivare correndo agitati i contadini dalla campagna, per coprire in tempo i raccolti distesi sull’aia: il risultato di un duro lavoro non poteva bagnarsi e marcire. Poi li vidi chiudere le stalle portando dentro anche i cani.
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Infine la sua forte energia si placò, e fu calma. Si percepiva solo il leggero fruscio dell’acqua che se ne va, quando spiove.
L’aria cambiò, da pesante e afosa divenne fresca, frizzante.
Quel grosso temporale di fine estate aprì le porte all’autunno.
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Lo rivedo ancora nitido che domina cielo e terra, abbraccia tutti gli altri visti nel tempo.
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L’autunno mi sembra la stagione più bella. La luce è più trasversale il cielo è diverso, nelle belle giornate è di un blu intenso. Ci si perde a guardarlo.
L’atmosfera compassata e seducente è calma, silenziosa.
La natura ha dato i suoi frutti ed ora dà il meglio di sè.
Gli effetti cromatici spettacolari delle piante stupiscono, fin dall’infanzia ammirandoli mi emozionavano.
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Tutto è un po’ surreale in autunno. Mirabile natura, come assomigli alle stagioni della vita dell’uomo!
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Cresciuta nella campagna dell’entroterra veneziano, ebbi la fortuna di osservare i passaggi delle stagioni ed i fenomeni atmosferici, fissandoli nella mente come qualcosa che fa parte della vita. Una simbiosi che crea armonia, amore e rispetto per la natura e per il suo grande mistero.
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Una serenità che fa accettare ciò che accade al di sopra di noi.
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E così, stagione dopo stagione, sono arrivata all’autunno della vita.
Io questa stagione l’ho sempre amata, ed ora che mi trovo a viverla, ne ho la conferma.
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E’ una stagione affascinante e sicura di sè.
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Camminando tra le foglie secche che scricchiolano leggere, sento un senso di levità, come se fossi un gradino sopra alle cose passate, più libera di vivere al meglio.
Non mi lascio più coinvolgere ed assorbire completamente dagli eventi e dagli impegni, come mi succedeva in precedenza. Ora riesco a staccarmi e vederli in un’altra ottica.
Le priorità sono altre: dare una lettura più profonda al senso di questa nostra vita.
Anche le giornate umide sono speciali. La nebbiolina che avvolge l’atmosfera ti fa entrare, come in un sogno, nel mondo dove il tempo sembra essersi fermato. La frenesia del produrre e consumare rimane fuori.
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Un rapporto appagante con la natura che offre di più di ogni tecnica del benessere.
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Così la natura ha stabilito: un rassicurante ritmo delle stagioni della natura e dell’uomo, in un susseguirsi perpetuo della vita.
©® Copyright opera artistica di Flora Barin
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