DI REDAZIONE
La primavera, con le sue giornate più lunghe, dalle temperature maggiori, consente un magnifico risveglio dal torpore invernale di piante ed animali. Le prime si rivestono di fiori nuovi e poi di frutti gustosi, gli altri, dopo rituali variegati ed originali di corteggiamento, si accoppiano e si riproducono.
Credenze e riti religiosi
In tutto il mondo sono tante le celebrazioni religiose di questa bellissima stagione. Presso alcuni popoli antichi, cielo e terra si rappresentavano con due emisferi, che, uniti, formavano un uovo. Per i cristiani, le uova sono simbolo della rinascita di Cristo. In seguito si è avuta una commercializzazione di questa credenza, con lo scambio di uova di cioccolato.
Bellissime le uova , decorate finemente, offerte in dono nei paesi dell’Est, come l’Ucraina.
Festeggiamenti primaverili
Tante anche le feste gioiose di primavera. Nella sera che precede l’Holi Festival, in India, per tradizione induista, si fanno enormi falò, allo scopo di bruciare lo spirito del male, Holika. Poi tutta la popolazione, vecchi, giovani, ricchi e poveri scendono per strada, spargendosi il corpo di polveri colorate e facendo lo stesso con le persone incontrate.
Ad aprile, ad Amsterdam in occasione del Tulp Festival, le strade e i negozi si riempiono di bellissimi tulipani di ogni colore.
Ogni anno in Giappone, all’inizio della Primavera, fino a metà aprile, c’è la festa dell’Hanami, con pic-nic sui prati per ammirare i ciliegi in fiore (sakura), simboli di bellezza e rinascita.
In Usa nel lunedì di Pasqua, dal 1814 si svolge il White Easter Egg Roll, con i bambini riuniti nel parco della Casa Bianca, per far rotolare le uova sull’erba, con cucchiai di legno, per stabilire chi per primo passa alla linea d’arrivo. Si vincono uova di Pasqua e piccoli premi.
In Thailandia, poco dopo l’equinozio di Primavera, nel primo giorno del nuovo anno, si celebra il Songkran (“passaggio astrologico”). In particolare, la gente va ad un monastero buddista, visita i parenti più anziani e butta acqua addosso ai passanti.
Molte anche in Italia le iniziative per celebrare la primavera, con i suoi fiori, come la Floracult, nei “casali del pino” a Roma, la mostra mercato di piante, fiori e sostenibilità.
Uno dei riti più suggestivi, tipico di nove paesi tra Lucania e Calabria, tra maggio e settembre, è quello delle nozze arboree, dalle origini pagane, forse risalente al XVIII secolo.
Si tratta di un “matrimonio” tra un tronco di albero (“maschio”), il cerro, ed una cima, l’agrifoglio (“femmina): un auspicio di abbondanza e fecondità. Invece in altri paesi, ad essere “uniti” sono un faggio ed un abete. In particolare ad Accettura (Matera), in occasione della festa patronale (San Giuliano), si sceglie e si recide il cerro più grosso e diritto nel vicino bosco di Montepiano, trasportato in paese da coppi di buoi. Allo stesso modo, un agrifoglio viene trasportato a spalla per una quindicina di Km dalla foresta di Gallipoli. Dopo l’innesto, il matrimonio e l’innalzamento al cielo, nella domenica di Quaresima, l’albero viene scalato per prenderne i premi che vi sono stati appesi. A fine giugno verrà poi abbattuto.
Questi rituali celebrano il passaggio di stagioni, col cambiamento e la trasformazione radicale della Natura, dall’inverno alla primavera e all’estate. Giorni di grossa fatica, per il taglio ed il trasporto, ma anche di euforia, cibo e vino per tutti.
Immagine tratta da Pixabay
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