Piera è tornata a casa.
Dimessa dall’ospedale, salvata dai medici, dagli infermieri dell’ospedale di Sassari, dall’intervento dei volontari del 118.
Piera è una sopravvissuta.
Piera è una donna che ha visto la morte in faccia, incarnata nel volto e nella pistola del suo compagno.
Piera la morte continuerà a vederla, probabilmente, per il resto della sua vita.
E con quell’immagine dovrà convivere e fare i conti ancora per tanto tempo.
Perché come sempre la violenza non è solo quella dell’atto omicida o dello stupro, ma tutto il resto che ne consegue.
Ti si conficca nei nervi come una maledetto paletto.
Ma Piera è sopravvissuta e riabbraccerà parenti e amici, potrà raccontarlo e forse combattere una battaglia insieme a tutte e tutti noi, affinché questo orrore, che uccide quotidianamente troppe donne, venga sradicato, definitivamente, dalla società, dalla cultura di questo Paese e dalla mente dei maschi.
E dunque questa notizia, letta oggi sui quotidiani sardi, rende davvero bella questa domenica di metà settembre e più caldo e luminoso il sole di Sardegna.
Ti abbracciamo Piera.
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