Benvenuti nel mondo libero

DI ANTONIO MARTONE

 

Più che la situazione economica e quella culturale, a mostrare una crisi profonda oggi è proprio la storia – la mancanza di storia. Si ha la sensazione che la vita e il mondo siano sfuggiti dalle mani dell’uomo.

Esiste qualcosa di fisso, di immobile, un grande apparato transnazionale che si impone su chiunque: nessun singolo può affermare con convinzione di partecipare allo sviluppo della storia.

In fondo, tale dispositivo globale è proprio ciò che io chiamo ECity. L’impressione che si ha è quella di essere nient’altro che un passeggero, con un posto assegnato, in una locomotiva che viaggia con ordini a tutti ignoti verso una meta sconosciuta.

L’impressione che si ha è che, da qualche parte, possa esistere una “prima classe” che invece conosce assai bene quegli ordini. Che siano, anzi, proprio i componenti di quella “prima classe” a darli – gli ordini. È solo un’impressione.

Per alcuni però è una certezza, anzi qualcuno sussurra che la nostra ignoranza e il nostro disagio siano da mettere in stretta relazione giustappunto con l’esistenza della “prima classe”.

Se dunque il nostro tempo è un mondo chiuso e povero di storia, ne viene che la vittima più grande di esso sia la libertà dell’uomo. In un tempo senza storia, infatti, in una fase epocale nella quale si assiste alla passivizzazione degli esseri umani ridotti a consumatori compulsivi di merci (e di uomini in quanto merci), in un tempo in cui tante dipendenze (alcool, sesso virtuale, droghe, iperlavoro, psicofarmaci) tengono in pugno i destini dei singoli, come possiamo ancora parlare di libertà?

Infine, e soprattutto, non è paradossale che l’eclissi della libertà stia avvenendo nella maniera più eclatante proprio nel mondo che si ritiene il più libero e democratico della storia dell’umanità?

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