Bruxelles: l’arte diventa un farmaco emozionale

DI LUIGI DE CAPOA

Arrivano da Bruxelles le prescrizioni museali che danno la possibilità ai medici di prescrivere ai pazienti delle visite gratuite nei musei per combattere disagi psichici derivati dalla pandemia. Un’idea proposta sul modello canadese dall’assessora alla Cultura Delphine Houba.

Il test al momento, avrà durata di tre mesi e coinvolgerà il servizio psichiatrico dell’ospedale Brugmann e cinque musei pubblici, tra cui il Musée de la ville de Bruxelles, il Museé de la Mode et de la Dentelle e il GuardeRobe MannekenPis.

I medici potranno prescrivere visite accompagnate, individuali o di gruppo. A fine anno il Comune stilerà un bilancio dell’esperienza, che, se si rivelerà positiva, potrà essere estesa ad altre istituzioni. Nel programma dell’assessora, figurava già l’accesso alla cultura per tutti, con un asse orientato a cultura e salute: «La crisi del Covid, che aumenta stress e altre patologie, ha spiegato, conferma la pertinenza del progetto».

In Québec lo stesso tipo di test era già stato realizzato nel 2018 su iniziativa del Musée des Beaux-Arts de Montréal in collaborazione con l’associazione Mfdc-Médecins francophones du Canada. Il test ha avuto durata di un anno.

I medici potevano prescrivere fino a 50 visite gratuite ai loro pazienti malati di depressione o con patologie fisiche croniche,con la possibilità di farsi accompagnare da un membro della famiglia.

In tempi di Covid-19, il progetto è stato rilanciato a luglio a favore degli operatori sanitari, per ora solo con contenuti digitali.

In Francia, sempre sulla scia del modello canadese, un primo dispositivo di «arte terapia», destinato a ripetersi, è stato testato dalla Fondation Vuitton e dall’Hôpital des Quatre Villes di Sèvres, a Parigi, nel 2019.

Nel 2020 il Louvre ha firmato un partenariato con il Groupement Hospitalier Universitaire Paris psychiatrie & neurosciences per attività di arte terapia.

Immagine tratta dal web

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