Buon compleanno, Rita!

di Chiara Farigu

Nasceva oggi, 77 anni fa Rita Pavone. Mito indiscusso degli anni sessanta, è riuscita, con la sua voce, potente e originale, ad affascinare diverse generazioni. Le sue canzoni, Cuore, Datemi un martello, La partita di pallone, Fortissimo, Lui, tanto per citare alcuni titoli fra i più noti, sono ancora oggi fresche nella memoria di chi l’ha seguita e amata sia come cantante sia come personaggio.

Rita è stata il mio idolo.

Era esattamente il mio opposto. Io, bambina tranquilla calma riflessiva, ero perdutamente affascinata dalla sua energia, dalla sua verve, da quel moto perpetuo tutto concentrato in un metro e cinquanta scarso di altezza.

Cantava e ballava alla perfezione ‘naturalmente’ perché il suo era, anzi è, talento puro.

Ci si nasce col dono. E lei, già dalla culla, lo possedeva, in maniera esplosiva. E, infatti, fin dalle prime partecipazioni alle gare canore dell’epoca, come “Il festival degli sconosciuti”, l’antesignano dei tanti XFactor odierni, non passò inosservata e, sbaragliando la concorrenza, vinse alla grande.

Il suo successo, da allora, è stato inarrestabile.

Molte sue canzoni sono famose in tutto il mondo.

L’ideatore e conduttore del concorso, Teddy Reno, ne rimane affascinato e da ‘pigmalione’ ne diviene compagno di vita. Ottenuto il divorzio dalla prima moglie, la sposa in seconde nozze. Un matrimonio contrastato dalla famiglia di lei e anche dai suoi fans. Ma che a dispetto di tutti si è dimostrato solido e duraturo, dando ragione al sentimento che li univa e che ancora oggi li tiene legati.

A Rita sono legata da un ricordo.

Erano gli anni ’63/64. Frequentavo la quarta elementare, forse la quinta. Rita era all’apice del successo col suo personaggio, Gian Burrasca, che le calzava a pennello.

A quei tempi si usava scrivere agli indirizzi forniti dalle case discografiche per ricevere la foto autografata dai cantanti che avevano in scuderia.

Cosa che fece una mia compagna di classe. Scrisse e, a stretto giro di posta, arrivò la foto di Rita con tanto di autografo.

Che emozione per noi bambine! Tutte accalcate intorno alla fortunata a guardare, toccare quella foto come fosse stata una reliquia preziosa.

La festa durò pochi minuti. La maestra non gradì l’entusiasmo, sequestrò la foto e ci rimproverò aspramente.

Rita, col suo personaggio, ai suoi occhi, rappresentava la rottura con un sistema educativo all’epoca severo e poco incline alle frivolezze. Un esempio diciamo ‘pericoloso’ per noi bambine di allora.

Oggi, questo ricordo, mi fa sorridere, e, in qualche modo, lo giustifico.

Altri tempi, altra mentalità, altri metodi educativi.

Ho continuato a seguirla anche da adulta, sino a quando il suo Cuore le ha causato qualche intoppo, inducendola a fermarsi, a contenere quell’energia che, nonostante l’età, continua ad essere argento vivo. ‘Ho 77 anni, ma la mia voce non l’ha ancora capito’ dice la mitica. Come darle torto.

Rivederla a Sanremo, due anni fa, dopo una lunga assenza televisiva, è stato un po’ come tornare indietro nel tempo.  A quando bastava canticchiare una canzone per sentirsi felici. A quando Sanremo univa le famiglie attorno ad uno schermo e ci faceva sognare.

Oggi non sogniamo più. Ci sbraniamo a vicenda. Ma questa è un’altra storia…. auguri, Rita!

 

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche