Canti melodiosi e colori sgargianti

DI DANTE IAGROSSI

Sono circa 5000 le specie di uccelli che cantano, producendo suoni assai diversi, armoniosi, squillanti ma anche secchi, o piuttosto lamentosi. Tutto questo grazie soprattutto ad un organo specifico, siringe, alla biforcazione della trachea nei bronchi.

Molti sono insettivori, in quanto si nutrono di insetti dannosi, ma altri di frutta. Alcuni sono carnivori, cibandosi di bruchi, divoratori di foglie.
Quasi tutti terrestri, costruiscono nidi a “cestino” o a mezze sfere, su cespugli ed alberi (oppure a terra). Si occupano affettuosamente dei piccoli, portando loro in bocca pezzetti di cibo.

Esistono varie tipologie di canti, a seconda del particolare scopo perseguito:
Allarmi, espressi con suoni molto forti, come quelli usati in casi di pericolo da segnalare ai compagni.
Suppliche, non molto intensi, come gemiti, con cui i piccoli vogliono attrarre attenzioni su di sé, a volte con ali sbattute.

Bisogno di contatti, per essere rassicurati sulle condizioni dei compagni o per fornire notizie su fonti di cibo. In particolare, spesso nei loro spostamenti, gli stormi producono canti collettivi diversi da una specie all’altra.

Marcatura del territorio e corteggiamento: molti cantano per dichiarare la proprietà di un certo territorio ad eventuali intrusi, o per evidenziare salute e prestanza fisica, stimolandone la propensione all’accoppiamento.

Forse i canti più belli, oltre al Tordo eremita, sono quelli dell’Usignolo, con cui sopperiscono alla mancanza di colori attrattivi, che invece sono pienamente sfruttati da pappagalli ed uccelli del Paradiso, che per altro posseggono sul corpo anche estrose “attrezzature”, con cui i maschi si segnalano alle femmine.

I Pappagalli (Psittaciformi) presentano splendidi piumaggi dai colori molto vivi, pezzi di rosso, blu ed arancione, in genere sopra uno sfondo verde. I vari pigmenti contenuti nelle piume creano particolari illusioni ottiche ed effetti cromatici sorprendenti. Le melanine producono colori più scuri, i carotenoidi invece danno origine al rosso e al giallo, persino fluorescenti, se esposti ai raggi ultravioletti.

Il bianco si ottiene se mancano i pigmenti, mentre il “metallico” è dovuto all’assorbimento e rifrazione dei raggi solari dalla cheratina, presente tra le barbule delle penne. Pur formando in natura gruppi molto numerosi e rumorosi, restano rigorosamente monogami per tutta la vita, che in certe specie può arrivare persino ad 80 anni.

Nati senza piume, con occhi chiusi ed incapaci di muoversi, sono molto protetti e accuditi dai genitori, per vari mesi ed anche anni. Così possono compiere uno sviluppo fisico e mentale piuttosto lento e complesso: osservano ed imitano le azioni degli adulti, dalla pulizia delle piume alla comunicazione sonora e canti.

In cattività stabiliscono anche con i padroni rapporti amichevoli, riuscendo ad imparare e ripetere bene parole e frasi intere ripetute da essi.

Foto: Are, (da Pixabay)

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