Carla Fracci era altro e lo sarà sempre

DI RITA BONETTI

Quando avevo sette anni e crescevo troppo per la mia età, consigliarono a mia madre di farmi fare attività fisica per favorire uno sviluppo armonioso del mio fisico.

Spinta da un’amica, mia madre mi iscrisse ad una scuola di ginnastica artistica, propedeutica alla danza classica. E fu così che mi trovai io, molto alta e robusta, a condividere le lezioni con minute ed eteree coetanee molto versate per la danza sulle punte, mentre io non lo ero per niente.

Vi risparmio i particolari, le umiliazioni e i pianti dei cinque anni in cui, il mio unico obbiettivo fu quello di trovare scuse adeguate ad evitare le lezioni e di nascondermi il più possibile ai saggi di fine anno.

Cosa mi è rimasto di quel tempo? Le dita dei piedi irrimediabilmente arcuate e un numero di scarpe inferiore a quello che avrei avuto naturalmente, oltre ad una repulsione irrimediabile nei confronti della danza classica…( impossibile dimenticare gli sguardi di compatimento da parte delle compagne di corso, farfalline minute che si libravano in alto quando io mi accasciavo in basso…).

Per questo ho sempre evitato di assistere a spettacoli di danza classica, tranne negli spettacoli in cui si esibiva Lei…la regina delle farfalle: Carla Fracci, la divina. Lei era altro e lo sarà sempre!

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