Carlo Levi, Aria

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Carlo Levi è certamente più conosciuto in veste di scrittore che di pittore, eppure è proprio questa sua qualifica, indipendentemente dal dirompente romanzo Cristo si è fermato a Eboli – frutto autobiografico dell’esperienza lucana al confino, in seguito trasposto cinematograficamente con l’ottima interpretazione di Gian Maria Volontè – a connotarlo ulteriormente in ossequio ad un impegno civile e sociale.

Una passione, quella per la pittura, derivata sia dalla discendenza con un artista amatoriale – nella fattispecie, il padre – ed ulteriormente maturata nell’incontro con l’artista Felice Casorati: è insieme a Menzio Galante, Chessa, Paolucci e Jessie Boswell, tutti allievi dell’autore novarese, che diventa esponente del cosiddetto gruppo dei Sei di Torino: movimento artistico che vede Edoardo Persico nel ruolo di mentore, e beneficia del sostegno economico dell’imprenditore-collezionista Riccardo Gualino, nonché dell’appoggio dello storico dell’arte Lionello Venturi.

Decisamente in contrasto con le tendenze del Novecento, i membri sviluppano una espressività orientata alla rappresentazione delle molteplici sfumature dei sentimenti, soprattutto leggendoli alla luce di fatti ed avvenimenti quotidiani.

Un passaggio da intimista ad attivista, così come definito da Ada Masoero per Il giornale dell’arte, in occasione della mostra personale Carlo Levi pittore, presente a Milano nell’ottobre 2020, curata da Silvia Silva.

Una compostezza suggestiva, quella che caratterizza le opere dell’artista letterato, il quale mostra una spiccata predilezione per paesaggio, natura morta e ritratto, e nel periodo del dopoguerra otterrà anche numerosi riconoscimenti, oltre ad esporre sia alla Biennale di Venezia che alle Quadriennali romane.

Affascinante esponente di un singolare espressionismo, in parte derivante dalla sconfinata ammirazione per Cézanne, Matisse e Bonnard, nell’opera riportata, palesa una manifesta compostezza accentuata dallo sguardo assente, e realizzata attraverso pennellate ampie e mosse, in grado di rendere quell’allungamento delle forme riconducibile a Casorati e Modigliani.

Una composizione già caratterizzata da colori più cupi, rispetto ad altre, almeno apparentemente, più serene, almeno rilevandone i cromatismi più delicati, il cui dinamismo, oltre a perseguire l’intento materiale di una rappresentazione non statica, estrinseca una manifestazione di sobria vitalità…

Carlo Levi 1902 – 1975
Aria (1929)
Olio su tela (160 x 175 cm)
Torino – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

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