Carne sintetica: il cibo del futuro è già realtà. Pro e contro

Carne sintetica, l’alimentazione del futuro che è già presente
L’alimentazione del futuro non è quella a cui siamo abituati: anche se la distribuzione su vasta scala è ancora un miraggio, diventa sempre più consistente l’ipotesi della nutrizione sintetica. A partire dalla carne, già ampiamente promossa dalle multinazionali del fast food, prodotta utilizzando tecniche bioingegneristi che studiate per la sintesi di tessuto vivente nell’ambito della medicina riabilitativa.

LA SFIDA USA-Negli Usa a darsi battaglia per il prossimo mercato globale sono Beyond Meat, startup del cibo finanziata da Gates, Richard Branson e da altri imprenditori della Silicon Valley, Impossible Food che riproduce la carne animale usando la concentrazione vegetale di eme, molecola del sangue che trasporta ossigeno e determina la consistenza, il sapore e l’odore alla cottura a cui siamo abituati. E Memphis Meats, azienda che utilizza le staminali di suini, anatre, pollame e bovini per creare in un bioreattore bistecche, braciole, petti e salsicce.

L’Italia, d’altro canto, si limita alla commercializzazione di prodotti alimentari sintetici che invitano al consumo di carne pulita

PRO E CONTRO-La produzione su larga scala di carne sintetica può richiedere l’uso di ormoni della crescita per la produzione di carne; questa tuttavia non è una regola, ma desta comunque alcune preoccupazioni- anche se in alcune zone del mondo gli stessi ormoni sono usati nell’allevamento tradizionale.

La carne sintetica è inoltre molto meno esposta alla contaminazione da parassiti, infezioni virali e batteriche, micosi e probabilmente allo sviluppo di prioni.

In virtù dell’ambiente rigorosamente controllato, la produzione di carne coltivata è stata paragonata all’agricoltura verticale, riducendo l’impiego di sostanze chimiche di vario genere (farmaci veterinari, fitofarmaci per i foraggi ecc.

GLI OSTACOLI: COSTO DI PRODUZIONE E INSOSTENIBILITA’– Attualmente, il principale ostacolo alla commercializzazione della carne coltivata in laboratorio è il costo di produzione.

L’hamburger sintetico sviluppato dal professor Mark Post per Mosa Meat nel 2013 è costato circa €250.000 e anche se nel corso degli anni il prezzo è stato drasticamente ridotto, rimane ancora significativamente più caro del suo concorrente tradizionale. Se la carne prodotta in vitro porta benefici ovvi per gli animali, la questione della sostenibilità è più ambigua.

Se la carne prodotta in vitro porta benefici ovvi per gli animali, la questione della sostenibilità è più ambigua.

L’agricoltura animale nel mondo è attualmente responsabile per il 14,5% delle emissioni antropogeniche annuali di gas serra ed è uno dei principali motori della deforestazione. Secondo uno studio della rivista scientifica Nature la produzione di cibi di origine animale produce tra il 72% e il 78% dei gas serra di tutto il settore agricolo.

Un problema, come dimostra uno studio più recente dell’Università di Oxford, potrebbe essere nel tipo di emissioni di gas serra rilasciate, piuttosto che nella quantità.

Le emissioni di metano prodotte dall’allevamento di animali rimangono nell’atmosfera per circa 12 anni, mentre l’anidride carbonica prodotta dall’alimentazione dei laboratori dove si coltiva la carne sintetica si accumula per millenni. (FONTE: Bluedossier.it)

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