Cashback di Natale, il miraggio dei 150 euro: fondi stanziati insufficienti

di Maria Parente

La promessa “cashback” di Natale potrebbe rivelarsi una vera e propria delusione a differenza della propaganda politica che , a parole, ha reso l’introduzione della nuova misura un piccolo ma equilibrato toccasana per gli italiani, così invogliati a fare acquisti esclusivamente utilizzando carte di credito e app: dimentichiamoci del contante , almeno per qualche giorno, perché sembrerebbe proprio che con una spesa di importo pari a 1.500 euro con un minimo di transazioni entro il 31 dicembre potrebbe ripagarci con un rimborso, seppur minimo ma valido, di euro 150,00.

Ma siamo proprio sicuri che i 3,6 milioni i cittadini registrati al programma beneficeranno del rimborso promesso(e promosso)? Sorge questo dubbio poiché il programma cashback prevede che ogni singolo cittadino può associare al proprio profilo (e al proprio codice fiscale) più di uno strumento di pagamento elettronico, -attualmente si rilevano quasi 5,2 milioni di strumenti di pagamento elettronici registrati-  e bisogna sperare inoltre che non aumentino ancora visto che i download dell’app «Io» ammontano a circa 8,6 milioni. Facendo qualche calcolo appare chiaro che i 227,9 milioni destinati al debutto 2020 dell’operazione potrebbero non essere sufficienti a soddisfare il rimborso di 150,00 euro per tutti gli iscritti, così come si premura di specificare lo stesso Dm Economia 156/2020:«Qualora la predetta risorsa finanziaria non consenta il pagamento integrale del rimborso spettante, questo è proporzionalmente ridotto». Come a dire, se i soldi non bastano i rimborsi saranno ridotti in proporzione per tutti.

Con un esempio pratico si ipotizza che qualora i 3,6 milioni già registrati raggiungano tutti il minimo delle 10 operazioni richieste, ci sarebbero risorse disponibili in media per 63,3 euro ciascuno, quindi meno della metà dei 150 euro potenzialmente raggiungibili. Naturalmente poi dipenderà da quanto concretamente ognuno spenderà, ma alla fine il paradosso è che possa essere riconosciuto il 10% di una spesa complessiva di 633 euro. A febbraio.

Da tener conto poi delle difficoltà di accesso al programma cashback: si richiede difatti una lunga attesa per riuscire a registrarsi sull’app «Io» e una notevole difficoltà a pagare con moneta elettronica piccoli acquisti.

In realtà, l’obiettivo è di più ampio respiro ed è mirato sui tre semestri successivi finalizzato, insieme agli altri pilastri del piano «Italia cashless» a ridurre l’utilizzo di contante, favorire la tracciabilità e anche la compliance fiscale.

da lanotteonline.it

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