Cassetto mai aperto

DI HORION ENKY

 

Mi son alzato e nel cielo brillava il sole,
l’ombra della notte si era ritirata andando a dormire,
infastidita dalla luce del giorno.
Cantilenante è l’abbaiare di un cane, davanti alla porta della pallida luna
che, ancor sveglia, si confonde nell’azzurro del cielo.
Rumorosa, la vita si muove tra i frastuoni
di chi vuole accumulare cose materiali,
vocifera, spargendo un’infinità di parole,
cercando di convincere tutti quelli che lo circondano,
dicendo: “lo faccio per il vostro bene, in nome del progresso”.
Ristagna, consolidandosi, il piombo grigio,
ma non pesa mai quanto l’oro,
il quale sa essere velleitario, come colui che lo accumula,
per poi nasconderlo ai suoi occhi, per paura d’esserne derubato.
Veri sono i giorni, ma finti gli umani che vivono nel loro scorrimento,
nulla di essenziale siamo, solo povere ossa ricoperte di umile pelle
che non vale più delle altre cose, tanto la morte, tutto porta via con se.
Misterioso rimane il bosco delle anime,
esse osservano i nostri mostri sopiti
che, come bambini curiosi, voglio giocare con le nostre idee,
per farci capire che, poi, tutti dobbiamo crescere, per conoscere,
il male si avvolge nel suo mantello colorato di nero,
con l’intento di coprire tutto,
perché ci insegna che, solo dopo il buio,
puoi ritornare a vedere la luce del sole.
Così salgo sull’ultimo vascello per l’infinito,
dove forbici tagliano i cordoni ombelicali dalla realtà fisica,
liberandomi così dal materialismo,
in modo da poter raggiungere sogni segreti ,
che sono chiusi in cassetto mai aperto alla luce del sole.

 

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