C’è ancora molta strada da fare, per noi donne, per poter dire di nascere libere

di Giovanna Mulas

Se permettete alle numerose, più o meno sentite riflessioni di ieri contro la violenza sulla donna, aggiungo due righe di mio; dovute a quante ‘sono state’ e, so, saranno. A quante, come me, rimaste ancorate alla vita e nonostante il buio da attraversare all’inizio, comunque troppo lungo. Ai figli orfani di madri uccise a cui, pochi sanno, è stato dedicato un Fondo ad hoc dallo Stato.

Pochi sanno e non a caso, perché il saperlo pregiudica, da parte dei governi, l’immenso, attuale fallimento sul fronte difesa del più debole, in questo caso le madri assassinate da ex compagni, pure dopo diverse denunce sporte. Dobbiamo pensare che si denuncia e si muore? Oppure che si va a denunciare e magari si trova il simpaticone di turno che la butta sul ridere.

No, non è sempre così per fortuna…no. Su tutto i circhi di oggi, innumerevoli e, constaterete, uguali -cambiano solo i volti-, per me e altre Sorelle che han vissuto l’esperienza terribile e conoscono, rappresentano ulteriore nebbia atta a confondere la realtà dell’orrore, persino malizia; oso dirla perversione, mirata a far fare catarsi alla massa impaurita, quindi mera audience.

Del resto, a questo serve la TV: controllo e catarsi. Inutile programmare nei rotocalchi una intera giornata di resoconto delle vittime, corredata di finte proteste, se non si parla di ciò che serve ad evitare l’assassinio, ovvero una legge che ancora e nonostante, in Italia, manca. Lo denuncio da oltre venti anni, da tempi non sospetti e nella penisola oramai si contano tre donne uccise ogni due giorni.

Dunque calchiamo la mano senza stancarci sulla concretezza, ma quotidianamente: non scarpette rosse ma una legge dura, VERA, che punisca lo stalker/violento prima che si faccia assassino; ed il passo tra una fase persecutoria e il crimine, parlano i dati quotidiani, è brevissimo.

A Noi donne in particolare spetta l’educazione degli uomini del domani, e in una società malata come l’attuale apprendere ad amarci, senza pregiudizi e competizione.

È difficile ma non impossibile…soltanto conoscendoCi dentro -viaggiandoci, come amo ripetere ai miei allievi-, si potrà conoscere…e capire; criticare oppure no, ma sapere. Soprattutto senza scadere in quello che chiamo un nuovo, e vergognoso ché sdoganato, nazifemminismo.

C’è ancora molta strada da fare, per noi donne, per poter dire di nascere libere.

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità