Che cos’è una madre

di Flora Crosara

Diventare madre è il sogno di molte giovani donne che, innamorate della vita, ne cercano  il compimento. Spesso inconsapevoli di ciò che questo atto comporta. La consapevolezza nasce dall’esperienza e, a volte, non basta una vita per acquisirla.

Oltre il primo sorriso, il tenero sguardo donato al neonato, la sensazione di dolcezza provata stringendolo tra le braccia, oltre l’emozione dei primi passi, lo stupore di fronte alle prime parole,  i primi gesti, gli apprendimenti che ne segnano la crescita. Oltre tutto questo che è vita condivisa, nel cuore di una madre ci sono  apprensione e speranza per ciò che la vita riserverà a quel figlio amato.

Se dall’atto del generare nel dolore scaturisce alla fine pura gioia, altrettanto esso reca con sé impegno, rinuncia, preoccupazione. Questo si svela non solo quando i figli sono piccoli ed hanno bisogno di accudimento e protezione.

Per tutta la vita, accanto ad un figlio, la presenza di una madre celerà stati d’animo di molteplice aspetto. Lei, figura discreta e silenziosa, saprà accogliere, consolare, sostenere con la speranza segreta di poter preservare il figlio dal dolore. Ma non  sempre ci riesce, purtroppo. Il dolore              è parte della vita, non lo si può evitare.                                                                          

Una madre lo sa e si anticipa: comprende il momento dallo sguardo e anche senza che vengano pronunciate troppe parole. E allora – se credente –  chiede difesa e aiuto al Padre dei padri, Dio. Si mette nelle Sue mani, gli affida il comune figlio. Chiede protezione al suo Angelo custode, guida nel cammino terreno.

Alla madre sono state dedicate molte poesie, pagine di prosa e pensieri. Non a caso.

La figura di  madre è ben descritta da Francesco Pastonchi che,  nella nota poesia Che cos’è una mamma, usando una similitudine efficace, scrive

 Una mamma è come un albero grande

che tutti i suoi frutti ti dà:

per quanti gliene domandi

sempre uno ne troverà.(….)

 Il testo che segue è la celebrazione della generosità di una madre, della sua capacità di sacrificio e di reazione di fronte agli eventi della vita, della sua possibilità di avere mille beni e destinarli  alle proprie creature, in qualunque modo e in qualsivoglia situazione.

È  un inno a questa figura meravigliosa: ne esalta la capacità di perdonare e di offrire amore, essendo lei stessa icona d’amore.

I versi sembrano racchiudere tutto il significato della parola “mamma” e, nel profondo, la sua essenza.

Per tutta la vita in presenza o dietro le quinte, sia che agisca con partecipazione forte sia con  cauta discrezione, una donna che ha generato gioirà o soffrirà al medesimo modo con cui suo figlio vivrà la vita,  tra alti voli e sofferte cadute.

Per alcuni figli il cammino è più semplice, per altri più complesso. Le attenzioni di una madre andranno indistintamente ad entrambi, ma il cuore sanguinerà per i secondi.  

Nel suo ruolo di madre li sosterrà, vivendo le loro passioni ed esultando per le vittorie. Asciugherà loro le lacrime nella sconfitta, li aiuterà a risollevarsi provvida di risorse per sostenerne il viaggio.

Una madre non potendosi far carico del peso che schiaccia il cuore del proprio figlio, penando, seguirà i suoi passi incerti.. Farà capo alla sua esperienza mettendosi a servizio.

E quando il figlio – se pur adulto –  chiederà  aiuto,  lei sarà là. Sempre. Con il suo amore e i suoi consigli in attesa di vederlo ripartire e volare via, di nuovo fiducioso, verso la vita. Tanto lui sa che c’è un porto aperto pronto ad accoglierlo, quando servirà.

Ecco perché una madre ogni volta si terrà pronta a dire

«Buon cammino bel cavaliero!»

Perché una mamma è questo mistero. Quando manca è per pura fragilità.

*Immagine pixabay

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