CHI COI SOCIAL FERISCE DAI SOCIAL SPARISCE. ANCHE SE TI CHIAMI TRUMP

DI CHIARA FARIGU

 

Chi utilizza i social per fare disinformazione e, ancor peggio, informazione ingannevole su un bene comune oltre che primario, com’è la salute pubblica, prima o poi paga pegno.

Se poi l’uso, diciamo, inappropriato avviene in periodo di pandemia, la rimozione dagli stessi non solo è scontata ma doverosa.

Puoi chiamarti pinco pallino o Donald Trump, la mannaia virtuale arriva puntuale. Inesorabile.

È notizia che proprio ieri Facebook ha rimosso un post della pagina del presidente americano nel quale si affermava che i bambini sono quasi immuni dal coronavirus.Si tratta di contenuti che contengono affermazioni false e dannose che violano le nostre regole sulla disinformazione‘. Questa la motivazione a margine del social.

È stata poi la volta di Twitter che ha bloccato, anche se temporaneamente, l’account della campagna di Trump: contiene alcuni tweet che fanno disinformazione sul covid-19. Stesso ‘reato’ stessa sanzione: oscuramento.

Non è la prima volta che i due network rimuovono post del presidente americano. Mentre l’uccellino blu da tempo segnala spesso e volentieri cinguettii controversi, Facebook, lo scorso 20 giugno, per la prima volta, oscurava un post di Trump per, questa la motivazione, istigazione all’odio. In allegato vi erano immagini contenenti simboli che furono utilizzati dai nazisti e ritenuti pertanto potenzialmente in grado di istigare all’odio.

Un recidivo, dunque il tycoon della Casa Bianca. E poiché avvezzo a irruenti giravolte propagandistiche, c’è da scommetterci, che non c’è due senza tre. Per la serie, chi coi social ferisce, dai social sparisce. Anche se ti chiami Trump

*Immagine Pixabay

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche