DI INES GUADAGNINI
Nell’ultimo anno sono stata spesso in viaggio.
Ora sono appena tornata dalla Borgogna, in Francia. Qui ho conosciuto, fra l ‘altro, il valore delle piccole cose : un inno alla semplicità, al passare lento del tempo, ai sentimenti umani che si intrecciano, al valore dell’ armonia fra l’uomo e ciò che gli sta intorno, pur nelle difficoltà che sempre la vita presenta. Insomma, per dirla con una battuta, “Cambiare l ‘acqua ai fiori” è sempre segno di buon augurio per una vita favorevole.
Mesi fa, invece, sono stata in Sardegna. Lì ho scoperto qual è il compito oscuro di chi esercita, di tanto in tanto, l’ attività di “Accabadora” : è quello di accompagnare alla morte dolce chi non ha più speranza di vita, nottetempo, quando tutti sanno e nessuno sa.
Poi sono andata in Sicilia, terra di sole, di mare e di storie intricatissime come quelle della famiglia Florio: giusto definirli “I leoni di Sicilia” poiché, partiti da Bagnara Calabra, si sono battuti come leoni per affermarsi su quest’ isola disperatamente bella e maledettamente difficile.
Forse anche per questo ho allungato il viaggio ancora un po’, alla scoperta di storie di vita piene di segreti e rivelazioni inaspettate. Qui ho incontrato donne forti e determinate, che sanno che la vita, “Come l’ arancio amaro”, porta con sé le spine, ma anche fiori profumatissimi.
Prima di tornare in Continente, ho fatto una tappa su “L’ isola di Arturo”, cioè Procida. Quante serate abbiamo passato insieme, io e Arturo. Quante volte ho sospirato con lui condividendone i pensieri e gli affanni lungo la spiaggia, o sul molo in attesa del ritorno di suo padre.
Appena tornata a casa, sono subito ripartita per Genova. Qui ho ritrovato i miei anni giovanili, non per la città, che non conosco, ma per i fatti accaduti negli anni ’70. Ho accompagnato in questo viaggio a ritroso nel tempo un figlio che, perduto il padre tragicamente in quegli anni di piombo, e del quale non ha memoria, tenta di ricostruirne l’ immagine e la storia. È un figlio che continua a fare al padre questa domanda”Vorrei chiederti di quel giorno “. Struggente.
Ma prima ancora di tutti questi viaggi, ero tornata a visitare” Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno” Il posto lo conoscevo da decenni, così come le storie, i personaggi che lo popolavano, ma era stata, allora, una visita brevissima, a spizzichi e bocconi, nulla di che insomma. Questa volta invece è stato un viaggio meraviglioso, portato a termine con grande soddisfazione e con la consapevolezza di aver incontrato un ” capolavoro”!
Bene ! Ora sono in procinto di partire per il Giappone! Sono molto curiosa, non so nulla di quel paese, ma mi hanno detto che una delle abitudini dei giapponesi è far risuonare”108 rintocchi”delle campane dei templi, a Capodanno. Staremo a sentire!
Concludo dicendo che per questo viaggio, come per tutti gli altri, non mi serve preparare la valigia, prenotare il volo, dare istruzioni per la gestione della casa. È sufficiente che io faccia tre cose: mettermi in divano, aprire il” Libro” e iniziare a leggere! Ma questo naturalmente lo avevate già capito!
Chi non legge vive una sola vita, la propria.
Chi legge vive mille vite.
Dunque buona lettura anche a voi!
Immagine tratta dal web
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