Ciao Sean Connery, da oggi, siamo tutti più soli

DI GIOVANNI BOGANI

E’ morto nel sonno, non per il colpo di pistola di un sicario spuntato nell’ombra, non per la lama della bombetta del coreano paffuto e letale, né per il veleno che una ragazza bionda gli ha messo nel Martini.

E’ morto serenamente, alle Bahamas, lì dove inizia l’avventura dell’ultimo film di 007, quello che non abbiamo ancora potuto vedere.

James Bond, il personaggio, se ne stava felice alle Bahamas, e anche Sean Connery, l’attore da diversi anni lontano dalle scene.

Lui, scozzese cresciuto nel freddo e nella quasi miseria, aveva scelto il sole e i colori dei Caraibi, proprio come avrebbe fatto il suo personaggio.

Che cosa ci ha detto, con i suoi film da agente segreto e anche con tutti gli altri? Che la vita è un piacere: da assaporare con gli occhi socchiusi, un sorriso sottile e un sopracciglio alzato.

Che ci si sta dentro con fierezza, con ironia, a schiena dritta. James Bond non muore, ma il poliziotto Malone degli “Intoccabili” sì, ed è una morte straziante, memorabile.

In un lago di sangue, con le ultime parole rantolate a Kevin Costner, gli ultimi respiri spesi per dargli l’ultimo indizio, per spingerlo a non mollare. Ecco, siamo noi ora a non dover mollare.

Lo abbiamo detto tante volte: come il vino, invecchiando miglioravi. Eri bellissimo in “Entrapment”, quando – ladro miliardario, come se tu fossi diventato uno dei “cattivi” di 007, ma elegante, charmant, pieno di stile – seducevi una Catherine Zeta-Jones soggiogata dalla tua sicurezza, dal tuo fascino, Bond girl trent’anni dopo.

O ti abbiamo visto entrare nell’aula a difendere le qualità di un ragazzino in “Scoprendo Forrester”, film bellissimo sulla scrittura e gli scrittori.

Ed eri stato Guglielmo da Baskerville nel “Nome della rosa”, un personaggio in cui convivevano Sherlock Holmes e 007, un omaggio che Umberto Eco aveva reso al tuo conterraneo Arthur Conan Doyle.

Un altro che, anche se non sembrava, era uno capace di menare le mani.

Il mondo era quello che era anche perché c’eri tu. Ora sembra quasi più interessante di là.

Tu ritroverai tanti dei tuoi cattivi: Gert Frobe, Goldfinger, Adolfo Celi, tante Bond girls, il tuo regista Terence Young, e anche l’assassino dai denti d’acciaio. Chissà se ricomincerete ad affrontarvi.

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