Cibo, disagio e vergogna

DI PINA COLITTA

Ebbene si, esiste il cibo che crea paura, vergogna, soprattutto in coloro che annoverano un port-folio di diete fallite con annesse fragilità interiori e crisi esistenziali feroci, a volte coronate anche da interventi difficilissimi, come potrebbe essere la resezione dello stomaco, ad oggi molto efficace, ma anche tanto pericolosa.

Questo caos esistenziale è coronato dalla totale chiusura della persona coinvolta sia all’ascolto, sia all’affettività.

E chiusura è, quando quel qualcuno, che si relaziona con una persona che vive tale disagio, non vuole offendere ed invece offende inevitabilmente e manda in frantumi qualsiasi personalità se queste personalità sono nascoste dietro a un corpo grasso…

Dal punto di vista psicologico, rispetto alle abbuffate è presente un notevole disagio, mentre non sono presenti comportamenti cosiddetti “compensatori inappropriati”, ad esempio, vomito autoindotto e abuso di lassativi, come avviene nella bulimia nervosa.

Indubbiamente lo studio della psicologia e psicopatologia dell’obesità va inserito in alcune problematiche di discontrollo cognitivo rispetto alla gestione di modus vivendi gratificanti e rischiosi o, comunque, in quelle modalità comportamentali che sono dettate dall’esigenza di una gratificazione immediata rispetto a quella dettata da condizioni in cui il soggetto non riesce ad avere il controllo del comportamento.

E’ innegabile in tutto ciò, lo spettro dei disturbi ossessivo-compulsivi, come il gambling, la tricotillomania, la cleptomania, il disturbo del controllo degli impulsi, la bulimia e l’anoressia, l’uso di sostanze d’abuso, tutte si ascrivono a dipendenze caratterizzate da una pervasiva incapacità di un individuo di direzionare, in modo spontaneo, il pensiero e il comportamento.

Per di più, negli ultimi anni, sono in aumento i soggetti dipendenti da Internet che, trascorrendo ore in sedentarietà, abusano di cibi ipercalorici senza nessuna capacità di controllo.

Bisogna fare un’analisi necessaria propedeutica per affrontare un piano di rieducazione alimentare altrimenti alla prima difficoltà si riprende il circolo vizioso di emozione negativa uguale cibo.

Ecco perché risulta essere utilissimo anche un percorso di gruppo perché servirebbe a condividere ostacoli e successi, ad aprirsi al mondo a ritrovare la socialità spesso persa per nascondersi al mondo.

 

L’obesità è uno stato mentale, una malattia generata dal tedio e dalla delusione; l’ingordigia, come l’amore per gli agi, è una forma di paura. L’unico modo per dimagrire è ridare uno scopo alla vita.“ —

Cyril Connolly critico letterario e scrittore britannico 1903 – 1974

Immagine tratta dal web

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