Come diventare investigatore privato: requisiti, licenze, codice etico

di Emila Urso Anfuso

Il settore delle investigazioni private affascina molti, donne e uomini, anche grazie alle tante serie televisive, ma anche alle trasmissioni televisive che si occupano di casi di cronaca nera e giudiziaria.

Esistono due diverse strade per ambire a svolgere l’attività investigativa: entrare a far parte delle forze dell’ordine, e quidi seguire l’iter per accedere ai bandi di concorso, essere ammessi e proseguire col percorso stabilito dalle norme in vigore.

Oppure seguire il percorso per diventare investigatore privato autorizzato.

Da alcuni anni in Italia sono state varate normative specifiche per chi desidera aprire un’agenzia investigativa certificata, con lo scopo di sconfiggere una sorta di sottobosco che, col passare degli anni e in mancanza di precise regole, si è creato.

Regole che, è bene ricordarlo, sono sempre necessarie per garantire trasparenza e professionalità in special modo quando si maneggiano informazioni molto sensibili, come quelle relative alla vita privata e professionale degli individui.

In questa guida troverai l’approfondimento relativo a tutte le informazioni utili per avviarsi alla professione di investigatore privato secondo la normativa vigente.

Iniziamo con qualche cenno storico.

Storia delle investigazioni  private

A chi dobbiamo la creazione della prima agenzia di investigazioni private della storia? Al francese Eugène-Francois Vidocq, che nel 1833 fondò il Bureau de renseignements pour le commerce, che tradotto dalla lingua francese significa “Ufficio Informazioni per il Commercio”.

Fu questa la prima agenzia di investigatori privati della storia, che aprì un mercato davvero particolare: quello della vendita di servizi informativi ma anche di sorveglianza, che all’origine erano dedicati ai commercianti.

Una nota curiosa: il fondatore Eugène-Francois Vidocq aveva un passato poco affidabile in quanto era conosciuto come un truffatore e persino ladro reiterato.

Eppure, proprio lui nel dal 1811 al 1827 riuscì a ricoprire il ruolo di capo della sicurezza, un particolare tipo di servizio di polizia il cui staff era composto da ex detenuti che avevano il compito di ottenere informazioni infiltrandosi negli ambienti della malavita.

Un’idea che, col passare degli anni ha ispirato le forze di polizia per giungere fino a noi, anche se nella modernità non si impiegano ex galeotti ma professionisti formati per questo tipo di servizio.

Per avere le prime figure di investigatori privati in Italia, fu necessario attendere il 1914, quando il Ministero degli Interni divulgò una circolare all’interno della quale erano descritte le regole relative ai requisiti di quelle che furono indicate come “Guardie private“.

Poche regole in realtà, come quella della maggiore età e di aver assolto l’obbligo del servizio militare, non aver subito condanne penali e saper leggere e scrivere. Con questi requisiti chiunque poteva essere incaricato di investigare privatamente dietro il corrispettivo di una somma in denaro.

Nella realtà dei fatti, però, si trattava di un abbozzo di quello che, solo dopo l’emanazione del Testo Unico del 1926, avrebbe decretato la creazione della figura dell’investigatore privato autorizzato, e che mise le basi della regolamentazione normativa che prevedeva già all’epoca, il divieto di investigare se non si era in possesso dell’autorizzazione da parte della Prefettura a garanzia di tutela della privacy delle persone, che all’epoca non trovavano ancora enti garanti organizzati a livello istituzionale come accade adesso.

Agenzie di investigazioni: il boom in Italia

Un dato può far comprendere meglio come questa professione attragga molte persone, giovani e meno giovani. Il numero delle agenzie di investigazioni private presenti sul territorio nazionale è di circa 1.500, con una maggiore concentrazione su Milano, Roma e Napoli.

11.000 circa sono le persone che operano nel settore, e la tendenza è in costante crescita.

Se senti forte, dentro di te, la spinta verso questa professione, e ti piacerebbe davvero tanto coronare il sogno di aprire un’attività di investigazioni private, sappi che dovrai prepararti a dovere e seguire tutti i passi necessari, considerando bene i requisiti indispensabili e le leggi in vigore.

Nei prossimi paragrafi troverai l’approfondimento che potrà aiutarti non solo a chiarirti le idee, ma anche a decidere meglio sulla tua scelta professionale. Procediamo investigando insieme per approfondire gli aspetti di questa opportunità di lavoro.

Come si diventa investigatori privati

In virtù della riforma emanata nel 2010, in Italia gli investigatori privati per lavorare devono essere in possesso di una regolare licenza che viene rilasciata dalla Prefettura.

Senza questa autorizzazione non è possibile svolgere le attività di ricerca, raccolta delle informazioni e indagini che sono alla base della professione.

È inoltre necessario che chi decide di operare nel settore delle investigazioni private abbia seguito un percorso di formazione adeguato e che sia in possesso di requisiti obbligatori.

Nel prossimo paragrafo troverai le informazioni per presentare la richiesta di autorizzazione a lavorare come investigatore privato.

Requisiti indispensabili

Se quindi hai deciso di diventare un investigatore privato e magari di aprire un’agenzia di investigazioni, devi necessariamente essere in possesso di determinati requisiti stabiliti dalla legge in vigore. Ecco quali sono:

  • Aver conseguito una laurea a scelta tra: Scienze Politiche, Giurisprudenza, Psicologia a indirizzo forense, Economia, Sociologia, Scienze dell’Investigazione o corsi di laurea equipollenti
  • Non aver riportato condanne penali per delitti non colposi
  • Dimostrare di aver lavorato con profitto per almeno tre anni presso un’agenzia investigativa autorizzata dalla prefettura e operativa da almeno 5 anni
  • Aver seguito un corso di perfezionamento teorico-pratico nelle materie investigative
  • Essere in possesso dell’iscrizione presso la Camera di Commercio

Il possesso di tutti i requisiti elencati mette nella condizione di poter presentare alla sede della Prefettura competente sul territorio la domanda per poter avviare la professione di investigatore privato.

La Prefettura analizzerà la documentazione ricevuta, e se nulla osta rilascerà la licenza.

ATTENZIONE: è molto importante operare solo se si è in possesso della licenza rilasciata dalla Prefettura. In sua mancanza, infatti, chiunque operi in qualità di investigatore rischia una condanna per esercizio abusivo della professione ma non solo: si potrebbe anche configurare il reato di violazione della privacy e persino quello di atti persecutori. In massima sintesi, se non si certifica la professionalità, si viene trattati al pari di una persona che sta ficcando il naso negli affari degli altri senza averne alcun titolo.

Licenze investigative: chiarimenti

Una delle cose importanti da sapere è che nell’ordinamento giuridico nazionale non esiste una licenza di investigazioni legate all’attività dell’agenzia, in quanto la certificazione viene rilasciata a titolo personale.

Ciò significa che, quando una persona decide di seguire il percorso per diventare investigatore e ottiene l’autorizzazione da parte della Prefettura di competenza territoriale, potrà diventare titolare di un’agenzia di investigazioni. L’opzione è quella di mettere la propria licenza a disposizione di un’organizzazione all’interno della quale operino professionisti che collaborano ai servizi investigativi.

Le diverse catalogazioni del settore investigativo

L’autorizzazione della Prefettura permette di operare una scelta professionale tra le quattro catalogazioni previste dalla legge in vigore, ossia:

  • diventare titolare di un istituto di investigazioni
  • scegliere di operare come titolare di studio per servizi di informazoni commerciali
  • lavorare come investigatore autorizzato dipendente
  • lavorare come informatore autorizzato dipendente

Le quattro catalogazioni sopra esposte devono poi essere collocate all’interno di quattro diversi tipi di attività che sono relative a:

  • investigazioni in ambito privato
  • indagini in ambito commerciale
  • indagini in ambito assicurativo
  • attività di indagine previste all’interno di decreti ministeriali e leggi speciali

Approfondiamo ulteriormente gli ambiti investigativi nel prossimo paragrafo…

Di cosa si occupa un investigatore privato?

In quali settori può operare un investigatore privato autorizzato?

In ambito civile si va dalle indagini sull’infedeltà coniugale – settore molto attivo in special modo quando uno dei due coniugi vuole divorziare e desidera ottenere l’affido dei figli per esempio – alla ricerca delle persone scomparse.

Per ciò che riguarda le indagini commerciali, si lavora per raccogliere informazioni approfondite in casi di concorrenza sleale, tutela di marchi e brevetti ma anche per la tutela dei patrimoni aziendali.

Nel settore delle indagini assicurative le richieste sono in relazione all’approfondimento dei reali fatti accaduti, per esempio in caso di sinistro. Sono informazioni utili per determinare con maggior sicurezza le responsabilità in caso di richieste risarcitorie.

Per finire, uno dei settori più delicati è quello delle indagini difensive richieste in ambito penale. La raccolta di tutti gli elementi probatori fa la vera differenza durante un procedimento penale.

Differenza tra investigazioni penali e civili

A parte gli importanti chiarimenti descritti nel paragrafo precedente, è bene non sottovalutare l’aspetto relativo al tipo di investigazioni che si andranno a svolgere.

La differenza tra investigazioni penali e civili segue gli stessi criteri del Diritto. Nel primo caso si disciplinano i reati gravi contro le persone e le cose, nel secondo caso si regolano i rapporti tra privati.

Per fare alcuni esempi: un omicidio è un reato penale. Un furto è un reato penale. Una lite tra condomini è regolato dal Codice Civile, ma anche le successioni ereditarie, i diritti dei lavoratori, la proprietà, i rapporti tra familiari, sono regolati dal Codice Civile.

IMPORTANTE – per ciò che riguarda le investigazioni penali solo il titolare della licenza di investigazioni private può procedere alla raccolta delle informazioni. Non è infatti ammesso il lavoro di personale a cui delegare questo tipo di investigazioni, a meno che siano a loro volta titolari di licenza regolarmente rilasciata dalla Prefettura.

Solo nelle investigazioni di tipo civile si possono delegare alcuni servizi ma esclusivamente di tipo operativo. In ogni caso, sia che si tratti di investigazioni penali sia di quelle civili, la responsabilità delle operazioni investigative ricade sempre sul titolare della licenza.

La figura dell’investigatore autorizzato dipendente

Nel nostro ordinamento giuridico è prevista la figura dell’investigatore autorizzato dipendente. In questo caso i requisiti richiesti sono i seguenti:

  • possesso di un diploma di scuola media superiore
  • aver svolto almeno 3 anni di pratica presso un titolare di licenza di investigazioni autorizzato in ambito civile da almeno 5 anni
  • aver seguito corsi di perfezionamento sulle investigazioni private in ambito civile o aver partecipato operativamente a indagini realizzate dalle Forze di Polizia

Codice etico

Per ciò che concerne la deontologia professionale, non esiste un codice etico univoco. I riferimenti sono diversi, e si va dal Codice Forense al Codice di Protezione dei Dati Personali.

Va chiarito che ogni istituto redige un codice etico riferendosi alle regolamentazioni fondamentali estratte dai sudetti codici, e implementando con regole che garantiscono la professionalità di chi opera.

Quanto può guadagnare un investigatore privato

Passiamo alle cose concrete: quanto può guadagnare un investigatore privato?

Per comprendere meglio la situazione un po’ complessa, ho intervistato il Dottor Giandonato Totaro, Presidente dell’associazione nazionale di categoria Italdetectives Association e Amministratore della JDProf S.r.L. impresa che opera da anni nel settore delle investigazioni private e per la protezione dei dati.

D – Dottor Totaro, esiste un tariffario nazionale nel settore delle investigazioni private?

R – “Non si può parlare di tariffe uniche, in quanto – all’atto della presentazione della domanda di autorizzazione alla Prefettura – si propone al Prefetto un proprio listino tariffario. Listino che, una volta autorizzato, va esposto per legge nei locali della sede dell’agenzia“.

D – I guadagni sono quindi diversi anche per questa particolarità relativa alla libera tariffazione…

R – “Ogni professionista ha introiti diversi, ma che dipendono anche dal tipo di incarichi che gli vengono richiesti, dal settore investigativo – tra penale e civile – dal tempo necessario per lo svolgimento, ma fondamentalmente, dal livello di professionalità maturato che alimenta il volume di richieste

D – ne approfitto per chiedere se il varo del Decreto Ministeriale 269/2010 ha soddisfatto le esigenze della vostra categoria professionale

R – “Sicuramente ha migliorato molto la situazione, ma il decreto è in evoluzione e in ulteriore fase di miglioramento

In linea di massima e dopo aver analizzato diversi tariffari, la media è di circa 30 euro l’ora più i.v.a

A queste cifre si possono aggiungere le maggiorazioni dovute alle eventuali spese sostenute durante il servizio di investigazione e raccolta delle informazioni.

Normativa di riferimento

La normativa di riferimento è il Decreto Ministeriale N° 269 /2010. Prima di questa normativa si faceva ancora capo al T.U.L.P.S. il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, cioè il Regio Decreto 773/1931.

Ancora oggi, comunque, la base normativa di riferimento è quella datata 1931, seppur con le diverse modifiche apportate grazie alla riforma approvata nel 2010 che ha aggiornato le regole in virtù della diversa epoca in cui viviamo e delle esigenze di chi opera nel settore. (FONTE: Lavoratoriblog.it)

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