Come quando fuori piove

DI GIOVANNI BOGANI

 

Ti piaceva andare alla Mostra dell’Artigianato. Tu e papà insieme, una domenica pomeriggio, in quella grande fiera che facevano al Parterre, un grande palazzo dedicato alle esposizioni: poi ne hanno buttato giù metà, adesso le mostre non le fanno più lì. Grandi spazi, chilometri da camminare fra mobili in mostra, divani, vestiti, maioliche.

Chissà che cosa ti piaceva: forse semplicemente passeggiare lì, avere la sensazione di poterti portare a casa quei mobili, che avevano un design così nuovo, così anni ’70, plastica colorata e curve. C’era anche un materasso di plastica, con dentro l’acqua. sembrava di toccare il futuro.

L’uomo era andato da poco sulla Luna. Io mi sentivo dimenticato, arrancavo dietro a voi fra uno stand e l’altro. Avevo otto anni, chissà che cosa desideravo.

Un particolare data con precisione quel pomeriggio. In una delle stanze della mostra c’era un televisore, uno di quelli che sembravano la testa di un marziano, con le antennone. E io mi fermai a guardare il programma che andava in onda.

Di tutta quella esposizione mondiale, ricordo solo un piccolo televisore portatile con delle immagini in bianco e nero. Perché?

La trasmissione si chiamava “Come quando fuori piove”. La conduceva Raffaele Pisu. Quella trasmissione andò in onda dall’ottobre 1971 al marzo 1972. Probabilmente, quello era un giorno di quasi primavera del ’72. Le giornate erano ancora corte, la domenica stava finendo.

Come le altre domeniche, quando a quell’ora tutto sembrava scolorire, il pomeriggio chiudeva la festa. È difficile dire come fosse triste quell’ora.

Anche nelle altre domeniche. Verso le tre, le quattro del pomeriggio, fuori nelle strade, nelle piazze, nei parchi, c’erano padri incollati alla radiolina a transistor, e “Tutto il calcio minuto per minuto”, scusa Ameri, rigore per il Cagliari, e poi Sandro Ciotti con la sua voce rauca da sax baritono, ritmo di jazz della trasmissione, a San Siro ha segnato l’Inter, ma attenzione a Firenze ha segnato Clerici su rigore contro il Catanzaro all’ottantesimo, Fiorentina 1, Catanzaro 0.

Poi, alle sette del pomeriggio, avremmo visto un tempo di una partita di calcio, scelta a caso dalla Rai, mai quella che avrei voluto. “E ora il primo tempo di Torino-Atalanta”. Nebbia, il Torino che non riusciva a segnare.

Quarantacinque minuti di noia. E poi la voce che diceva “Nel secondo tempo, ci saranno cinque goal, e alla fine il Torino vincerà 3-2”. Era una vita così. Le cose succedevano sempre in un altrove, e la vita era in un bianco e nero, finiva spesso zero a zero.

Immagine tratta dal web

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