DI FRANCO FRONZOLI
Siamo condannati alla speranza. Speriamo che la guerra finisca; speriamo che l’odio finisca; speriamo che non avvengano più femminicidi; speriamo che la politica sia onesta; speriamo che la sanità sia migliore; che la scuola insegni; speriamo che i giovani comprendano il valore della conoscenza; speriamo ad una vita migliore.
Una speranza a 360 gradi, tutto è solamente una speranza che va a confliggere con la realtà, diventa illusione .
Osserviamo che le morti sulle strade, sul lavoro, per la indigenza aumentano e noi speriamo che non accadano più.
Siamo veramente condannati alla speranza per la soluzione dei problemi afflittivi della società.
Ma cosa viene fatto perché la speranza non diventi una eterna chimera?
Nulla, proprio nulla.
Continuiamo ad odiare, continuiamo a mettere le leve del potere nelle mani di chi non conosce onestà e competenza, continuiamo ad arricchire i ricchi ed impoverire i poveri, guardiamo imperterriti l’esodo verso l’estero dei nostri giovani, contiamo giornalmente quante violenze sono state commesse sulle donne, quanti omicidi in famiglia o nelle più vicine sfere della famiglia.
Siamo diventati collezionisti del terrore, lasciando alla speranza la soluzione di tutti i problemi.
Auspici a non finire perché quest’anno sia migliore di quello trascorso; tutto e sempre nell’alveo della speranza.
Eppure ci è stata donata l’intelligenza, la capacità, la razionalità, l’ingegno; tutti requisiti che non servono a niente se non riusciamo a risolvere nemmeno un problema sociale della importanza della giustizia sociale, della giustizia in generale, di una ampia capacità di convivenza .
Siamo nelle mani ruvide della speranza, senza una prospettiva sul come sostituirla e trasformarla in realtà.
Ed ogni giorno assistiamo al declassamento di tutti quei requisiti sociali, morali ed esistenziali, necessari per una svolta definitiva e vedere finalmente trasformare la speranza in concretezza.
Abbiamo affogato nel tempo i valori essenziali per una pacifica e produttiva convivenza, in primis la famiglia.
Immagine tratta da Pixabay
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