Conseguenze

DI CARLO MINGIARDI

Ho appena finito di vedere in televisione “Balla coi lupi”, ho perso il conto di quante volte l’ho visto. E’ un film che mi attraversa l’anima, la storia, i personaggi, la fotografia, la colonna sonora, la scena finale con “Vento nei capelli” che lo chiama dall’alto di quella rupe.

Non ce la faccio mai,  a restare indifferente, mi si riempiono sempre gli occhi di lacrime.
Penso che la cinematografia sia una forma d’arte molto potente, quando la storia ti prende, riesci a viverla in prima persona, ti abbandoni a quel racconto dimenticando ogni cosa che ti circonda.

Riflettevo sul fatto che per fortuna in questo mondo strampalato, ne esistono tante di espressioni d’arte. E’ una cosa che l’umanità ha prodotto fin dall’età della pietra.

I talenti che sono riusciti a sublimarla sono stati pochi però, bisogna essere delle persone speciali, uomini e donne che hanno dedicato la propria vita solo a quello: l’espressione interiore.

Ascoltare un brano di Ennio Morricone, osservare una scultura di Michelangelo,
leggere un libro di Khaled Hosseini, guardare un film di Steven Spielberg, mirare un quadro di Marc Chagall, per me è qualcosa di estremamente appagante.

C’è una cosa però che più delle altre riesce ad emozionarmi in modo assoluto:
lo spettacolo della natura.
Niente al mondo è più incantevole di un paesaggio, qualunque esso sia. Di fronte alla nascita di un cucciolo rimaniamo affascinati dal miracolo della vita.

Ascoltare i suoni di un temporale riesce a disarmarti per l’enorme potenza. Attraversare un mare in tempesta ti fa rendere conto di quanto è minuscolo l’essere umano. Ogni evento che madre natura riesce a produrre ci lascia estasiati, ammutoliti, persi nella potenza della sua bellezza.

C’è una forte contraddizione però in tutto questo, è solo un mio misero pensiero.
L’uomo che dovrebbe essere al centro di questa meraviglia, perché nella quasi totalità dei casi non riesce ad avere un comportamento in armonia con tutto questo “ben di Dio”?

Perché non riesce a fare a meno di essere così platealmente distruttivo?
Quali sono le ragioni culturali che lo hanno portato nel corso di millenni, ad attraversare la vita in modo non equilibrato rispetto a quello che lo circonda?

Perché il nostro processo evolutivo ci ha trascinato verso una tecnologia senza etica?
Perché la nostra natura è fondamentalmente egoista?
In natura tutto questo non esiste, ogni insieme è assolutamente bilanciato, ma viaggia su equilibri facilmente attaccabili.
Possibile che l’uomo dall’alto della sua scienza non riesca  a capire questo concetto fondamentale e rispettarlo.

La realtà è che siamo autolesionisti, masochisti, cattivi, avidi e folli.
L’uomo può essere artista e nello stesso tempo il più grande pericolo per questo pianeta.

L’uomo dovrebbe comprendere che siamo noi stessi la più grande minaccia, che ogni attività amorale che esercita rappresenta un rischio incalcolabile le cui conseguenze sono inimmaginabili e dalle quali probabilmente non ci sarà una via di ritorno.

Sto osservando un tramonto, mi sono acceso una sigaretta, sto immettendo anche io una piccola dose di monossido di carbonio nell’atmosfera e nei miei polmoni, sono anche io un povero imbecille…

Immagine tratta dal web

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