Consenziente, un termine usato spesso e male

DI FRANCO FRONZOLI

Ci dovranno spiegare un giorno quando una ragazza è consenziente.

Quando minorenne si trova con più di una persona che approfittando della libera interpretazione del termine tende a dargli il significato che ritiene più consono?

Vi è una regola morale che vieta di approfittare di quella definizione , poiché questo rende la donna abusata  due volte, prima e dopo anche una violenza sessuale.

Vi deve essere una morale per chi,  familiari o meno, ritengono che la ubriachezza indotta , porta al “ consenso “ .

Vorrei che ci venisse spiegato che cosa c’è di morale e di esimente, quando un “ maltrattamento “ , viene ripreso ed in molti casi, divulgato, chiaramente, anche in questo caso, senza il consenso della diretta interessata .

Avanzare giustificazioni perché un abuso perpetrato da quattro uomini è  di per se stesso, condannabile giudiziariamente e moralmente, serve davvero a poco.

Quella non è sessualità, è abominio, è violenza, è aberrazione, sopruso.

Come aberrante è la difesa di chi maltratta, abusa, violenta, stupra, poiché priva di assunzione di responsabilità.

Non dovrebbe essere permesso  di assoggettare una o più ragazze  a bestiali istinti.  Vergognoso è usare la ricchezza, le belle abitazioni, per indurre a far uso di stupefacenti e alcool, solo  per raggiungere quel misero fine.

Una donna abusata è condannata alla vergogna, al dolore,
all’emarginazione, le restano solo gli incubi a farle compagnia nelle notti insonni.

Chi commette queste nefandezze  spesso è  asociale e dovrebbe ritrovarsi lui ad essere escluso dai contesti sociali.

Ci vuole una rivoluzione morale e civile, giudiziaria e di coscienza, sino alla privazione della virilità ( so essere un concetto forte, a cui sono sempre stato contrario, ma ora, dopo tanti casi di violenza, ho smesso di esserlo ), che possa garantire a tutte la libertà di non aver paura.

Quante violenze sconosciuteanche tra le mura domestiche silenziate dal terrore delle ritorsioni, ma anche dalla diffidenza verso le leggi.

Quanta indifferenza nelle stesse istituzioni, nella società, sempre più narcotizzata e sempre meno  reattiva.

Ad ogni maltrattamento verso una donna la civiltà di un paese fa un passo indietro.

Un paese senza una educazione alla sessualità, la conoscenza dell’ enorme differenza tra consenziente e dissenziente, è un paese moralmente retrogrado.

E bisognerebbe anche penalizzare in qualche modo, chi si schiera a difesa dei molestatori, dei violentatori, degli stupratori.

Troppe volte sento blaterare che il nostro paese è civile, libero e democratico.

Falsità.

La violenza sulle donne esclude qualsiasi paese dall’adottare quei tre requisiti, paventati e mai o raramente utilizzati e fatti propri.

Immagine tratta dal web

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