Contratto Scuola: aumenti bloccati. I sindacati tardano a firmare

di Salvatore Salerno

AUMENTI BLOCCATI PER IL CONTRATTO SCUOLA. DIPENDE DAI SINDACATI CHE TARDANO A FIRMARE. INUTILMENTE.
Quindi, con contratto scaduto da tre anni e due mesi, con soldi stanziati annualmente dal 2018 e senza possibilità di ulteriori aumenti significativi, teniamo ancora in caldo il contatto 2019/2021? Non sarebbe più serio chiudere la parte economica del precedente contratto senza toccare la parte normativa? Intanto arriverebbero arretrati e nuovi stipendi subito, il giorno dopo si riprende quella parte economica con la rivendicazione di 300 euro mensili di aumento per gli anni 2022/2024 e si ricostruisce una parte normativa seria.
Una parte normativa che non è solo la formazione pagata ma quale tipo di formazione va fatta, certamente non quella che ha in mente Bianchi. Non è soltanto il carico di lavoro aziendale e burocratico sulle spalle dei docenti e Ata.

C’è la regionalizzazione del nord dietro l’angolo, c’è il PNRR, c’è il reclutamento e la mobilità, c’è da abolire alternanza scuola lavoro gratis, abolire l’invalsi, l’indire, le sperimentazioni sul liceo breve, affrontare il tema degli edifici, delle classi pollaio, dell’organico di diritto rimasto quello della Gelmini, assunzioni fasulle, neanche il turn over, 200.000 problemi del precariato e i concorsi… E chi più ne ha più ne metta.
Su tutto questo siamo all’anno zero, anzi sempre più indietro. Chiudere quei quattro soldi che offre l’Aran, neanche l’inflazione, poi si ricomincia con il passo giusto.
Perché è evidente che la contrattazione 2019 e fino ad oggi con tutti i ministri e il governo si è mantenuta inconcludente da parte di tutti i sindacati. Senza alcun risultato di inversione di rotta sulla scuola pubblica disegnata dalla 107. Senza alcun risultato sul piano della dignità e della considerazione sociale ed economica della figura del docente, anzi sempre più sotto attacco, dentro e fuori dalla scuola.
Certo non sono solo i sindacati a dover rendere conto ma devono farlo anche loro interrogandosi nel loro interno e con trasparenza verso tutti i lavoratori dipendenti della scuola.
Non è necessario o almeno non dovrebbe esserlo ricordare in ogni momento che sono la politica, i governi, il Parlamento che hanno le maggiori colpe. Una politica che rinuncia alle sue prerogative affidandosi per la scuola a teorie interessate da fondazioni private e una lettura soltanto economica della sua funzione costituzionale, contro la Costituzione.
Ma questo non può essere un alibi per ritenersi innocenti per i sindacati, la stessa categoria ormai vicina alla resa, le famiglie, gli elettori.
Ritenersi assolti e non coinvolti (cit.), per i sindacati e le forze politiche, dalla protesta degli studenti, quelli che più di tutti hanno capito della deriva della loro scuola, una scuola segnata dalla Confindustria che ritroveranno ancora nel lavoro, nel precariato e sfruttamento, negli stipendi, nel loro futuro che sarà peggio di quello dei loro genitori per la prima volta nella storia di un Paese occidentale.
Come pensano i sindacati di riparare in pochi giorni o settimane questa situazione? Parlando ancora di contratto vecchio e scaduto? Quando siamo nel 2022, in doppia vacanza contrattuale.
Firmate invece solo le tabelle economiche aggiornate con i soldi che il Ministero dell’economia tiene in cassa, si recuperi il 2013 saltato dal calendario delle progressioni economiche di anzianità, non firmate neanche una virgola di modifica del contratto 2016/2018 per la parte normativa.
Si riparta con il 2022/2024 per tutto il resto, sarebbe più serio. Passato anche il milleproroghe dopo la legge di bilancio, perchè aspettare ancora sul passato e, magari, dopo le elezioni RSU la firma che non cambia niente e darebbe ulteriore alibi per altri tre anni e due mesi.
Risparmiateci altri mesi e anni insignificanti mentre altri fanno passare in Parlamento le competenze non cognitive che solo a scriverlo ci sarebbe da ridere o da piangere.
Dove sono i sindacati non è la domanda giusta.
Sappiamo dove sono, della loro grande e insostituibile funzione storica, speriamo che lo sappiano anche i loro gruppi dirigenti e sappiano di quanto sono distanti dallo loro stessa categoria nella scuola, che rimangano iscritti oppure no.
E se rimangono iscritti in mezzo milione, ed è bene che sia così, si rendano protagonisti al loro interno mettendo in discussione un fallimento su tutta la linea e, se serve, anche i loro capi.
Significa essere contro il Sindacato con la esse maiuscola? No, significa essere contro quello con la esse minuscola com’è diventato. Sono i risultati quelli che fanno la differenza.

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