DI VANIANA DE TOMMASO
L’inclusione parte dalla nostra capacità di saper accogliere la difficoltà e trasformarla in accessibilità.
Per creare un’inclusione a 360 gradi per me è necessario essere inclusivi, prima di pretenderla dall’altro o dalla società.
Per anni mi volevo sentire inclusa senza dare niente in cambio: tempo, empatia, ascolto, accoglienza e tutte quelle qualità che fanno parte di quella sensazione che si chiama “sentirsi a casa”.
E cosa ottenevo? la sensazione di estraneità al luogo e alle persone che frequentavo. E la cosa più importante è che non era colpa dell’altro se io mi sentivo fuori luogo o per lo meno la responsabilità era al 50%.
Per sentire l’accoglienza, secondo il mio modo di vivere, bisogna ESSERE in uno stato accogliente e amabile altrimenti l’effetto è proprio il contrario.
Ma cosa bisogna fare allora per sentirsi accolti?
Per prima cosa assenza di giudizio, ascolto empatico dell’altro e tanta allegria. Lo sapevi che ridere smorza l’ansia o l’imbarazzo?
Poi crea un luogo che l’altro può percepire casa anche a livello energetico.
Sguardo rilassato, disteso e aperto potranno mettere l’altra persona in un clima di relax.
E poi … le difficoltà sono dei punti di forza che possono permettere la condivisione di esperienze.
L’inclusione parte innanzitutto se NOI ci sentiremo accolti nei confronti di noi stessi, poi il resto è solo una bella conseguenza
Immagine tratta da Pixabay
#Vanianola
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